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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Mutolo Gaspare in ordine alla propria iniziale attività criminale nel precipuo settore dei reati<br />

contro il patrimonio (furti e rapine) ed alla sua successiva graduale estensione ai reati di<br />

natura estorsiva, ai danneggiamenti, al porto abusivo di armi, alla violazione della disciplina<br />

degli stupefacenti, reati sintomatici dell’appartenenza a “Cosa Nostra”.<br />

In data 10/12/1990 la sentenza della Corte di Assise di Appello di Palermo, in<br />

parziale riforma della sentenza emessa in primo grado, il 16/12/1987, dalla locale Corte di<br />

Assise, sanciva la sua appartenenza a tale organizzazione criminale, oggetto di definitivo<br />

accertamento con la sentenza della Cassazione in data 30/1/1992.<br />

Successivamente alla data della sua formale collaborazione con la giustizia sono<br />

emerse, poi, a carico del Mutolo, due sentenze irrevocabili di condanna, emesse<br />

dall’Autorità Giudiziaria di Firenze, in relazione ai reati di cessione illecita di sostanze<br />

stupefacenti, detenzione abusiva di armi, spendita di monete false e ricettazione e sono<br />

risultati, ancora pendenti presso la Procura della <strong>Repubblica</strong> di Palermo, il procedimento<br />

relativo al duplice omicidio in danno di Inzerillo Santo e Di Maggio Calogero, nonchè<br />

quello per associazione per delinquere di tipo mafioso.<br />

Numerosi precedenti a carico del Mutolo ne attestano, coerentememente al suo<br />

racconto, la presenza nel territorio di Napoli, unitamente a Riccobono Rosario, nel periodo<br />

compreso tra il 1973 ed il 1974; in particolare, il 5/3/1973, veniva denunciato dai<br />

Carabinieri di Napoli per il reato di associazione per delinquere, unitamente ad altri, tra cui<br />

il Riccobono, ed il 7/4/1973 veniva tratto in arresto a Marano dai C.C. del Nucleo<br />

Investigativo di Napoli, per infrazione all’art. 12 della L.1423/1957, e processato con rito<br />

direttissimo unitamente a Vaccaro Antonino e Di Bella Gioacchino, con i quali era stato<br />

sorpreso all’interno di un appartamento, in possesso di armi e munizioni detenute<br />

illegalmente. (cfr. documentazione già citata e ff. 60 e ss. deposizione cap. Bruno ud. del<br />

18/10/1994).<br />

Sono stati, altresì, accertati i rapporti illeciti tra la famiglia camorristica dei<br />

Nuvoletta ed i clan mafiosi facenti capo a Riccobono Rosario, il quale, nel Novembre del<br />

1972, durante il periodo del soggiorno obbligato nel Comune di Casandrino (Napoli), venne<br />

sorpreso dai C.C., nell’abitazione dei Nuvoletta (cfr. deposizione cap. Bruno ff. 59 e ss. ud.<br />

cit.).<br />

Numerosi altri precedenti a carico del collaborante Mutolo ne attestano, poi, l’attività<br />

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