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presenze del Tognoli in quell’albergo (cfr. dep. Inzerilli ff. 23 e ss. ud. 17/6/1994- copie
registro presenze e ricevute hotel “Ponte” acquisite all’udienza del 6/5/1994 doc. N° 13
prod. P.M.).
Tali risultanze costituiscono un positivo riscontro alle rivelazioni che nel Dicembre
del 1988 Oliviero Tognoli aveva fatto, facendole mettere a verbale, alla dott.ssa Del Ponte
nell’ambito del procedimento penale svizzero a suo carico, secondo cui la sua sottrazione
all’imminente provvedimento restrittivo era stata determinata da un tempestivo avviso
pervenutogli da parte di un funzionario di Polizia, poi identificato con certezza nell’odierno
imputato, mentre si trovava all’hotel “Ponte” di Palermo.
Per quanto riguarda la deposizione resa il 18/1/1994 in sede di commissione
rogatoria dall’avv.to Franco Gianoni, difensore di Oliviero Tognoli nel procedimento
svizzero a suo carico per infrazione alla Legge sugli stupefacenti, deve osservarsi che la
stessa appare finalizzata unicamente a non smentire quanto dichiarato dal proprio assistito
l’8 Maggio 1989, con la conseguenza di offrire una ricostruzione dei fatti in contrasto con
altre emergenze dibattimentali e pertanto del tutto inattendibile; innanzi tutto l’avv.to
Gianoni nell’esordio della sua deposizione ha affermato una palese inesattezza della quale
egli stesso è stato costretto a prendere atto poco dopo: ha affermato che la mattina del 3
Febbraio 1989, in sua presenza, la dott.ssa Del Ponte non aveva verbalizzato le dichiarazioni
del Tognoli nell’ambito del suo procedimento, ma era stato il dott. Falcone ad interrogare il
Tognoli “ a braccio senza verbalizzazione”, con ciò denunciando comportamenti
certamente non corretti sia da parte della dott.ssa Del Ponte che da parte del giudice
Falcone, peraltro verificatisi in sua presenza nella veste di difensore del Tognoli; poche
pagine dopo, esibito al teste il processo verbale reso dal Tognoli in data 3 Febbraio 1989
alle h. 9,20 dinanzi al Procuratore Pubblico dott.ssa Del Ponte, presenti Tognoli, il difensore
avv.to Gianoni, il giudice Falcone ed il P.M. Ayala, il teste ha sostenuto che in realtà detto
verbale comprendeva solo in una minima parte quello che il suo assistito aveva detto quella
mattina, ma anche in questo caso non si vede perchè egli, nella sua veste di difensore
presente all’interrogatorio, avrebbe dovuto consentirlo; ha proseguito sostenendo che, dopo
che il Tognoli aveva spiegato il suo ruolo nella vicenda della “pizza Connection”, il dott.
Falcone gli aveva rivolto, davanti a tutti i presenti, un’esplicita domanda su chi lo avesse
informato nell’imminenza del suo arresto e poichè il Tognoli non voleva rispondere il dott.
Falcone, sempre alla presenza di tutti i partecipanti all’udienza, gli aveva chiesto se fosse
stato Contrada; al che il Tognoli aveva risposto di avere conosciuto il predetto funzionario,
ma che non era stato lui il suo informatore; a questo punto il dott. Falcone aveva continuato
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