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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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particolarmente sensibile alla sua posizione processuale, è stato l’unico teste della difesa che<br />

ha aderito totalmente alla tesi difensiva enunciata dall’imputato (cfr. ff. 34 e ss. 61 e ss. ud.<br />

10/1/1995).<br />

Altro tentativo difensivo di sostegno alla tesi dell’imputato è stato,poi, esperito<br />

attraverso la, assai poco attendibile, deposizione resa dal m.llo in pensione Calogero<br />

Salamone all’udienza del 7/2/1995, il quale pur collocando erroneamente l’episodio in<br />

oggetto nel 1970 e pur affermando di non avere partecipato nè alla perquisizione nè<br />

all’assunzione delle dichiarazioni del Gambino, ha sostenuto di ricordare che la custodia in<br />

ufficio del predetto si era protratta per circa un giorno e mezzo, affermando altresì la<br />

contestuale presenza in quel frangente negli uffici di Polizia sia del dott. Contrada che del<br />

dott. Vasquez (con certezza a Roma quel giorno come risulta dalle affermazioni dello stesso<br />

Vasquez e dalle annotazioni nelle agende dell’imputato) e che era stato il giudice<br />

Imposimato a dare disposizione di rilasciare il Gambino (cfr. ff. 135 e ss. ud. 7/2/1995).<br />

Dal complesso delle esposte risultanze emerge che in relazione alla prima versione<br />

offerta dall’imputato sui fatti in oggetto all’udienza dell’11/11/1994, egli ha erroneamente<br />

ricordato che il Gambino fosse stato sentito presso gli uffici della Criminalpol (ha sostenuto<br />

di ricordare persino la stanza dove il Gambino era stato sentito alla sua presenza), essendo,<br />

invece, emerso che questi era stato sentito dal dott. De Luca presso gli uffici della Squadra<br />

Mobile, come risulta dal processo verbale di dichiarazioni in atti nel quale non vi è alcuna<br />

traccia della contestuale presenza del dott. Contrada all’atto istruttorio; l’imputato ha, poi,<br />

erroneamente dichiarato che era stato il m.llo Curcio ad informarlo del fatto che il Gambino<br />

stava per lasciare Palermo e che lo stesso era stato fermato, su sua direttiva, mentre<br />

percorreva la strada per raggiungere l’aeroporto: è emerso invece che il m.llo Curcio si era<br />

rivolto al dott. Contrada solo dopo avere assunto autonomamente l’iniziativa di controllare il<br />

Gambino presso il Motel Agip, ricevendo solo dal predetto l’istruzione di controllarne i<br />

movimenti e non anche quella di fermarlo; altro teste della difesa, Buscemi Calogero, il<br />

quale ha dichiarato di avere partecipato al turno pomeridiano di controllo del Gambino già<br />

avviato dal personale della Squadra Mobile, ha precisato che, avendo ritenuto che il<br />

soggetto stesse per saldare il conto dell’albergo ed avendo ricevuto dall’ufficio la<br />

disposizione di controllarne i movimenti e di fermarlo solo ove avesse manifestato il<br />

proposito di lasciare la città (non ha saputo precisare se tali disposizioni provenissero dal<br />

dott. Contrada) aveva provveduto a fermarlo davanti all’albergo e ad accompagnarlo in<br />

ufficio per eseguire alcuni controlli (cfr. ff. 141 e ss. ud. 20/1/1995); come già evidenziato il<br />

teste De Luca ha espressamente affermato di essere stato lui ad assumere l’iniziativa di<br />

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