PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

Spatola in ordine ai seguenti punti:
1) il soggetto in questione è stato coinvolto nelle vicende giudiziarie indicate dal
collaborante e lo ha assistito quale difensore in relazione ad alcuni procedimenti
penali a suo carico;
2) i rapporti instauratisi tra i due, al di là di quelli di natura professionale, erano
connotati da particolare intimità avendo ammesso lo stesso Messina di avere fatto da
padrino al figlio del collaborante, vincolo che in Sicilia ed in particolar modo
nell’ambiente mafioso assume un particolare significato essendo ritenuto piu’
impegnativo di un mero rapporto di amicizia ed in qualche modo assimilabile ad un
rapporto di parentela;
3) il Messina, in conformità a quanto riferito dallo Spatola, è risultato appartenere alla
Massoneria;
4) il Messina ha ammesso di conoscere i fratelli Caro, che sono parimenti risultati
iscritti alla Massoneria,
5) nel periodo 1983-1985, in cui secondo quanto riferito da Spatola il Messina lo aveva
preavvisato di imminenti operazioni di Polizia nel territorio trapanese, il Messina era
in stato di libertà.
Tutti i predetti elementi sono idonei a confermare “ab extrinseco” l’attendibilità delle
notizie riferite dal collaboratore di giustizia.
Per quanto riguarda le risposte date dal Messina alle domande concernenti l’odierno
imputato deve rilevarsi che esse non possono in alcun modo essere considerate quali
smentite al collaborante per le seguenti ragioni:
1) il soggetto in questione è portatore di uno specifico, personale interesse a
delegittimare il collaborante che costituisce una delle principali fonti di accusa nei
suoi confronti;
2) si tratta di un personaggio che per l’elevato grado di cultura e per i gravissimi
precedenti penali e giudiziari a suo carico risulta inserito ad alto livello nell’ambito
del crimine organizzato;
3) dal contenuto delle risposte rese nel corso dell’esame dibattimentale ha dimostrato di
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