PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

ff. 22.23 trascr. cit.).
E’ stato accertato, nel corso dell’esame dibattimentale, che il primo verbale di
interrogatorio in cui Mutolo ha parlato a magistrati della Procura di Palermo del dott.
Contrada reca la data del 23/10/1992 (cfr. f. 67 trascr. cit.).
Mutolo, però, si è detto certo di avere già parlato del dott. Contrada, prima di tale
verbalizzazione, con il giudice Borsellino e, forse anche con il dott. Falcone, nelle
primissime fasi, prodromiche alla propria formale collaborazione con la Magistratura (cfr.
ff. 68- 75- 76 trascr. cit.).
Sul punto ha dichiarato che nel Settembre del 1991, mentre si trovava detenuto nel
carcere di Spoleto, aveva cominciato a maturare l’idea di collaborare con la giustizia, da un
lato per i “problemi” che lo stesso ha riferito di avere avuto all’interno di “Cosa Nostra” che
aveva eliminato quasi tutti i suoi alleati al suo interno ed aveva già, sin dal 1989, posto in
essere un progetto per eliminare anche lui, dall’altro, perchè avendo appreso della volontà
del Ministro Martelli di rafforzare la lotta alla mafia, aveva maturato l’idea che si fossero
create le condizioni per interrompere i propri legami delinquenziali e collaborare con la
giustizia (cfr. ff. 77 e ss trascr. ud. 7/6/1994 - sul punto relativo all’eliminazione durante la
detenzione di Mutolo dei piu’ importanti esponenti della famiglia di Partanna-Mondello, sui
dissidi che lo stesso Mutolo aveva avuto sucessivamente al 1982 in ordine a talune sue
proprietà immobiliari, fittizziamente intestate a personaggi di comodo, e che
l’organizzazione non volle riconoscergli a dimostrazione dell’isolamento in cui venne a
trovarsi Mutolo dopo la soppressione per lupara bianca del suo capo Rosario Riccobono
nonchè del fallito progetto di eliminazione ai sui danni e del suo successivo trasferimento in
Toscana ed in altre regioni del nord Italia dove svolse i propri traffici nel settore degli
stupefacenti - cfr.anche dichiarazioni rese dal collaborante all’ ud. del 12/7/1994 - ff. 23 e
ss- 54 e ss. trascr. in atti).
In tale contesto motivazionale Mutolo, nell’Ottobre del 1991, aveva deciso, quindi,
di mettersi in contatto con il giudice Falcone, nel quale riponeva la massima fiducia,
inviandogli un telegramma con il quale gli chiedeva di potere avere un colloquio con lui.
Dopo circa 45-50 giorni, non avendo ricevuto alcuna risposta, si era deciso a
chiedere al proprio difensore, nel corso di un colloquio in carcere, la cortesia di recarsi
personalmente in via Arenula dal dott. Falcone per chiedergli come mai non avesse risposto
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