PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

ivisto in televisione l’immagine del dott. Contrada, aveva verificato che effettivamente si
trattava dello stesso uomo da lui conosciuto nella circostanza descritta (cfr. ff. 18 e 159 ud.
cit.).
Ha dichiarato che, nel corso dell’ interrogatorio reso in data 14/12/1993 ad un
magistrato della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, avente ad oggetto la posizione
del dott. Messineo, aveva ricordato l’episodio riferito che coinvolgeva oltre la posizione del
Messineo anche quella dell’odierno imputato; solo nel corso di un successivo interrogatorio,
in data 22/12/1993, aveva narrato in modo piu’ specifico quanto a sua conoscenza sul conto
dell’ imputato rivelandone per la prima volta il nome; ha confermato di avere reso in totale
tre interrogatori sul conto dell’odierno imputato prima dell’esame dibattimentale : il primo
già citato nel Dicembre del 1993 ed i successivi nel Gennaio e nel Febbraio 1994, nessuno
dei quali è stato acquisito agli atti del fascicolo del dibattimento non essendo state sollevate
dalle parti formali contestazioni idonee ad evidenziare eventuali contrasti tra quanto riferito
dal collaborante al dibattimento e quanto dichiarato nella fase delle indagini preliminari (-
cfr. ff. 118 e ss. - 159- 171- 172 - 176 e ss. ud. cit.).
Nel corso dell’esame dibattimentale il collaborante ha, quindi, descritto le diverse
fasi del sopralluogo eseguito, nel corso delle indagini, con personale appartenente al
Comando dei C.C. di Trapani sui posti oggetto dei fatti narrati.
A tal fine ha ricordato di avere ripercorso il tragitto dal “ Motel Agip” sulla
Circonvallazione fino alla via Roma, attraverso le vie prima citate; ha dichiarato di avere
individuato con certezza il luogo in cui era stata posteggiata la macchina da Musso Calogero
anche se ha precisato, come già sopra detto, che all’epoca dei fatti narrati gli era sembrata
una piazza mentre al momento del sopralluogo si era reso conto che si trattava piu’
precisamente di una via larga adibita a parcheggio con diverse file di macchine posteggiate
(cfr. f. 21 ud. cit.). Non è stato in grado di ricordare con precisione il palazzo in cui era
entrato all’epoca dell’episodio narrato (“io non ricordavo con tutta onestà il palazzo” - v. f.
21) ritenendo, però, di avere visto nei pressi della portineria dell’edificio una farmacia ed un
negozio; ha aggiunto che il brigadiere dei C.C. Trapani gli aveva proposto di accedere in un
primo palazzo, dove, subito dopo avervi fatto ingresso (pur sollecitato a fare un giro di
perlustrazione per maggior sicurezza) non aveva riconosciuto i luoghi (cfr. ff. 22- 60 - 166-
167 ud. cit.).
Lo Scavuzzo ed il brig. Trapani, in compagnia anche di altro carabiniere, erano
passati, quindi, ad esaminare un secondo palazzo dove il collaborante aveva notato delle
analogie con quello dei fatti narrati, con riferimento agli “ scalini ed alla entrata”, ma
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