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fonogramma del I° Distretto, in data 27 Agosto, in cui si dà atto del trasferimento del
Bontate presso l’albergo “La Montanina” di Piano Zucchi) .
Al fine di contestare la credibilità del collaboratore di giustizia Cancemi, la difesa
ha sottolineato l’incongruenza dell’interessamento richiesto dal Bontate all’on.le
Ventimiglia, in un periodo in cui (1977) i suoi rapporti con l’odierno imputato sarebbero già
dovuti essere instaurati, ed altresì l’incompatibilità di altro interessamento dispiegato da un
ufficiale dei C.C. in favore del Bontate.
Per il primo caso segnalato non si ravvisa la denunciata incongruenza, ben potendo
ritenere il Bontate che la Prefettura fosse la sede deputata ad adottare le decisioni in materia
di rilascio di patenti e che, pertanto, fosse piu’ opportuno rivolgersi a personaggi politici
vicini a quegli ambienti per ottenere il documento autorizzativo per lui tanto ambito. Fu
proprio l’esito negativo di tale primo interessamento che, piuttosto, rivelò al Bontate la
decisività dei pareri provenienti dalla Questura in ordine a tali pratiche.
Per quanto riguarda il secondo episodio citato dalla difesa si intende far riferimento
ad un pro-memoria (citato anche dall’imputato all’udienza dell’11/4/1995- ff. 161 e ss.) in
data 20/2/1978, a firma del Commissario Capo di P.S. Antonino De Luca, nel quale si dà
atto che il maggiore Frasca dei C.C., comandante il locale Nucleo Informativo, si era recato
dallo scrivente, perchè interessato a conoscere le ragioni delle indagini svolte nei confronti
del Bontate ed in particolare della perquisizione domiciliare eseguita, nelle prime ore della
stessa giornata, nell’abitazione del Bontate (cfr. pro-memoria estratto dal sotto-fascicolo
della Squadra Mobile, acquisito, su richiesta del P.M., all’udienza dell’11/4/1995).
La circostanza che Bontate potesse fruire dell’interessamento di altri soggetti
all’interno delle Istituzioni, non costituisce alcuna smentita al ruolo svolto dall’odierno
imputato. D’altra parte, come è stato evidenziato dallo stesso, è impensabile che un solo
soggetto potesse assicurare la totale “copertura” ai mafiosi, ragion per cui i contatti con
esponenti delle Istituzioni, tanto piu’ se appartenenti a diversi corpi di Polizia, erano
necessariamente molteplici, come è stato concordemente ammesso da molti collaboratori di
giustizia nell’ambito di questo procedimento.
Un ultimo accenno deve farsi ad un punto delle dichiarazioni rese dal Cancemi che
la difesa ha, piu’ volte evidenziato, per suffragare l’ asserita inattendibilità delle notizie da
lui riferite.
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