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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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dove lo stesso con una certa assiduità ed in compagnia femminile, era solito frequentare un<br />

appartamentino che lo stesso Graziano Angelo aveva detto di essersi procurato di mettergli a<br />

disposizione.<br />

Mutolo ha spiegato che il Graziano, che svolgeva insieme ai suoi fratelli l’attività di<br />

costruttore edile e nella predetta zona aveva costruito grandissimi palazzi, era inizialmente<br />

un “uomo d’onore” molto vicino al Riccobono, all’epoca capo del mandamento in cui era<br />

ricompresa anche la zona della “famiglia” del Borgo di cui faceva parte il Graziano, ma che<br />

successivamente i rapporti tra i due si erano deteriorati per via di uno “sgarro” che il<br />

Graziano aveva commesso nei confronti della donna di un mafioso, tanto che era stato lo<br />

stesso Riccobono, in epoca successiva, ad ucciderlo mediante strangolamento (cfr. ff. 161 e<br />

ss. ud. 7/6/1994).<br />

Il Mutolo ha, quindi, spiegato il contesto in cui tale notizia fornita dal Graziano<br />

doveva essere utilizzata da “Cosa Nostra” : individuare uno spostamento abitudinario del<br />

dott. Contrada nel corso del quale egli fosse solo e senza adeguate difese, in prospettiva di<br />

un eventuale agguato ai suoi danni.<br />

Ha, quindi, riferito di essere stato incaricato di verificare la notizia della<br />

frequentazione da parte del predetto funzionario dell’indicato appartamento ed ha aggiunto<br />

che in effetti, dopo alcuni appostamenti, in un’occasione, che ha indicato intorno alla fine<br />

del 1975, egli aveva avuto modo di constatare personalmente, unitamente al già citato<br />

Micalizzi Salvatore, che il dott. Contrada era entrato, con un’autovettura civile e senza<br />

uomini di scorta, nel posteggio posto sul retro dell’edificio della via Guido Jung, già<br />

indicato dal Graziano.<br />

Tali passi delle dichiarazioni del collaborante richiedono, pertanto, ai fini di una<br />

verifica, l’analisi dei riscontri acquisiti, con riferimento a due distinti passaggi della sua<br />

narrazione:<br />

1) la connotazione , nel periodo antecedente alla prima metà degli anni ‘70, del<br />

funzionario Contrada quale esponente di punta della Questura di Palermo nelle<br />

indagini anti-mafia tale da giustificare la sua individuazione da parte di “Cosa<br />

Nostra” come obiettivo delle proprie strategie criminali di “avvicinamento” ovvero<br />

di eliminazione fisica;<br />

2) la frequentazione, nell’anno 1975, da parte dello stesso, abitualmente ed in<br />

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