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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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98 e ss. ud. cit.) anche la notizia della disponibilità del dott. Contrada ad accettare “qualche<br />

regalo”(cfr. f. 57 ud. cit.).<br />

Specifiche conferme a tali notizie apprese dal Pirrone devono considerarsi le<br />

risultanze dibattimentali, che hanno consentito di pervenire attraverso le testimonianze rese<br />

da Carmela Pirrello ed Angela Ruisi, alle affermazioni fatte, recentemente, da una delle<br />

figlie dello stesso Riccobono, Giuseppina Riccobono, sul conto dell’odierno imputato.<br />

Ed infatti all’udienza del 23/6/1995 il P.M., nell’articolare la propria richiesta di<br />

ammissione delle testimonianze di Giuseppina Riccobono, Antonina Davì e Angela Ruisi,<br />

ha precisato che la sig.ra Ruisi, titolare di un esercizio di parruccheria, già vicina di casa ed<br />

amica della si.gra Giuseppina Riccobono, aveva riferito al proprio ufficio circostanze<br />

apprese da quest’ultima, rilevanti in ordine ai rapporti tra l’odierno imputato e Rosario<br />

Riccobono, confermate da altra teste, Carmela Pirrello, cui la Ruisi aveva riferito le<br />

medesime circostanze.<br />

Escussa all’udienza dell’1/7/1995 la teste Angela Ruisi ha dichiarato di avere<br />

conosciuto Giuseppina Riccobono in quanto abitavano nello stesso stabile, sito nella via<br />

Alete n° 19, di avere appreso che era figlia del noto Rosario Riccobono, e di avere<br />

intrattenuto con la stessa rapporti di buon vicinato, anche perchè sembrava una ragazza<br />

molto sola, senza marito e con un bambino coetaneo di suo figlio con il quale giocava<br />

spesso (cfr. ff. 1 e ss. ud. cit.). Ha ricordato di essersi, talvolta, incontrata con la Riccobono<br />

anche nella casa di Antonia Davì, altra inquilina del palazzo in buoni rapporti con la<br />

Riccobono (cfr. f. 6 ud. cit.) . Ha dichiarato che in una di tali occasioni aveva trovato a casa<br />

della sig.ra Davì la Riccobono molto adirata, che aveva pronunziato la frase “ quando<br />

camminavano a braccetto con mio padre erano tutti amici e si fregavano le mazzette dei<br />

mafiosi, adesso si vogliono asciugare il coltello sulle spalle di mio padre”.<br />

Alle reiterate domande rivolte dal P.M. per sapere se in quella circostanza la<br />

Riccobono avesse fatto esplicito riferimento al dott. Contrada, la teste ha negato il<br />

riferimento specifico all’odierno imputato limitandosi a sostenere che lo “sfogo” della<br />

Riccobono era stato generico ed indeterminato (cfr.ff 6 e ss. ud. cit.). Ha ammesso di avere<br />

riferito lo “sfogo” della Riccobono alla sig.ra Pirrello, sua cliente occasionale, che un giorno<br />

di sabato si era recata presso il suo esercizio di parruccheria, dovendo il figlio fare la Prima<br />

Comunione il giorno successivo; con la stessa aveva affrontato l’argomento in oggetto<br />

prendendo spunto da un colloquio avviato sul giudice Borsellino e sull’esigenza di aiutare la<br />

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