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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Falcone era giunto a Lugano per interrogare il Tognoli in sede di commissione rogatoria<br />

dinanzi al G.I. Claudio Lehmann in relazione al procedimento penale pendente in Italia a<br />

suo carico; sulla base di alcuni accordi telefonici intercorsi in precedenza con il collega<br />

italiano la dott.ssa Del Ponte aveva chiesto al dott. Falcone, previa acquisizione del parere<br />

favorevole del difensore dell’imputato, di partecipare ad un interrogatorio del Tognoli che<br />

lei stessa avrebbe dovuto eseguire nell’ambito del procedimento svizzero la mattina dello<br />

stesso giorno fissato per la commissione rogatoria; avevano, quindi, deciso che il dott.<br />

Falcone avrebbe anticipato alla mattina il suo arrivo a Lugano proprio per assistere<br />

all’interrogatorio svizzero del Tognoli; la mattina del 3/2/1989 prima di procedere all’atto<br />

istruttorio la dott.ssa Del Ponte aveva informato il collega italiano che nel precedente<br />

interrogatorio svizzero del Dicembre 1988 Tognoli aveva verbalizzato la circostanza relativa<br />

all’avvertimento telefonico ricevuto da parte del funzionario di Polizia italiano mentre si<br />

trovava all’hotel “Ponte” di Palermo, rendendosi conto che tale notizia poteva essere di<br />

estremo interesse per il procedimento penale pendente in Italia; successivamente si era<br />

svolto l’interrogatorio condotto dalla dott.ssa del Ponte alla presenza dei colleghi italiani<br />

dott.ri Falcone ed Ajala e del difensore avv.to Gianoni; a conclusione di<br />

quell’interrogatorio, quando il relativo verbale era già stato chiuso, il dott. Falcone si era<br />

avvicinato, seguito dalla dott.ssa Del Ponte, al Tognoli mentre questi stava per lasciare<br />

l’aula e gli aveva chiesto chi lo avesse avvisato consentendogli di sottrarsi all’arresto; la<br />

dott.ssa Del Ponte, che ha dichiarato di avere assistito personalmente al colloquio, ha riferito<br />

che il Tognoli aveva in un primo momento mostrato di schermirsi da quella richiesta al che<br />

il dott. Falcone gli aveva rivolto una precisa domanda : “E’ stato Bruno Contrada?” ed il<br />

Tognoli aveva risposto:“Si”, accompagnando la risposta verbale anche con un cenno<br />

affermativo del capo; a quel punto il dott. Falcone aveva insistito per verbalizzare subito<br />

quella risposta, ma il Tognoli aveva opposto il suo rifiuto e la dott.ssa De Ponte era<br />

intervenuta proponendo di ridiscutere della cosa nel pomeriggio quando sarebbe stata evasa<br />

la commissione rogatoria che era la sede piu’ appropriata per procedere alla verbalizzazione<br />

di quella questione di pertinenza dell’inchiesta italiana; la teste, su specifiche domande<br />

rivolte dalle parti, ha precisato che quel colloquio era avvenuto ad una distanza di circa sei<br />

metri dal tavolo attorno al quale erano stati seduti durante l’interrogatorio e che nessun altro<br />

soggetto oltre i tre menzionati (Falcone-Tognoli-Del Ponte) si trovava in quel momento<br />

nelle immediate vicinanze; ha dichiarato che subito dopo il colloquio, ritornando nel suo<br />

ufficio con il dott. Falcone gli aveva chiesto chi fosse Bruno Contrada, mai sentito nominare<br />

prima di quella occasione, apprendendo che si trattava di un funzionario di Polizia già in<br />

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