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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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in relazione alla vicenda Tognoli nonchè le contromisure del diretto interessato.<br />

Alla data del 22 Luglio 1989, un giorno dopo la pubblicazione sull’”Espresso” del<br />

primo articolo a firma di Sandro Acciari, è possibile rinvenire il primo accenno alla “storia<br />

Falcone” con riferimento al predetto articolo di stampa; alla data del 24 Luglio 1989 si<br />

legge : “ore 10,30 dal Direttore- colloquio su vicenda attentato Falcone e su calunnie<br />

stampa su me- Decisioni: interpellare Falcone, Celesti e Procuratore della <strong>Repubblica</strong><br />

Palermo (se ne occuperà De Sena) - Se affermano che non c’è nulla a mio carico non ci<br />

saranno problemi per la mia ulteriore permanenza al Servizio”.<br />

Prima ancora che tale decisione della Direzione del S.I.S.D.E. di interpellare i<br />

predetti magistrati potesse trovare attuazione (il dott.De Sena che avrebbe dovuto occuparsi<br />

della vicenda sia il 24 Luglio che il 25 Luglio, sempre dalle annotazioni fatte dall’imputato<br />

nella sua agenda, risulta presente a Roma, a cena insieme al dott. Contrada ed al dott.<br />

D’Antone) il giorno 25 Luglio 1989, la situazione per il dott. Contrada sembrava precipitare<br />

gravemente ed infatti, a quella data nella sua agenda, si legge : “ Telefonato dott.<br />

Pierantoni. Poi mi richiama e, a nome del Capo, mi consiglia di rientrare nella P.S. e<br />

presentarmi al giudice Celesti. Per quanto riguarda il rientro dico di no; per il Proc.<br />

Celesti, poi si vedrà.- Pomeriggio: in direzione dal dott. Finocchi- revocata decisione di<br />

ieri- Il Ministro ha espresso l’opinione che è meglio mi dimetta- Il Capo della Polizia ha<br />

affermato che il mio nome spunta dalla inchiesta sul riciclagio in Svizzera. Poi chiedo al<br />

Direttore se può chiedere al Ministro di ricevermi. Acconsente” .<br />

Secondo tali annotazioni, che l’imputato all’udienza del 15/11/1994 ha dichiarato di<br />

confermare integralmente, il Capo della Polizia dell’epoca Prefetto Vincenzo Parisi, avendo<br />

appreso che il nome del Contrada emergeva dall’inchiesta sul riciclaggio in Svizzera, aveva<br />

assunto la conseguenziale, rigorosa decisione di consigliare, per il tramite del dott.<br />

Pierantoni, il rientro del funzionario nella sua Amministrazione di provenienza e di<br />

presentarsi al dott. Celesti, evidentemente per chiarire la sua posizione in relazione<br />

all’attentato dell’Addaura (solo per tale fatto delittuoso era, infatti, competente la Procura<br />

della <strong>Repubblica</strong> di Caltanissetta perchè sull’inchiesta del riciclaggio procedeva l’A.G.<br />

palermitana); subito dopo la Direzione del S.I.S.D.E., avendo acquisito anche il parere del<br />

Ministro dell’Interno pro-tempore Antonio Gava, che aveva espresso l’opinione che il<br />

funzionario dovesse dimettersi, aveva revocato la decisione assunta il giorno prima; il dott.<br />

Contrada a quel punto aveva tentato di avere un incontro con il Ministro richiedendo al<br />

proprio Direttore dell’epoca, Prefetto Riccardo Malpica, di intercedere per procurarglielo: il<br />

Direttore aveva acconsentito.<br />

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