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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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pubblica dichiarazione se ne era assunta la piena responsabilità; si segnalava, inoltre, che, se<br />

anche il Sindona non era stato inserito nell’elenco dei denunciati, nello stesso rapporto erano<br />

stati inseriti tutti gli elementi a suo carico raccolti dalla Criminalpol, che erano stati poi<br />

utilizzati dal magistrato competente per emettere mandato di cattura nei confronti del citato<br />

Sindona, ed inoltre che nel medesimo rapporto, erano stati denunciati Pier Sandro Magnoni<br />

e Giuseppe Miceli Crimi, rispettivamente genero e medico di Michele Sindona, dei quali il<br />

predetto appariva complice necessario (cfr. relazione cit. ff. 496 e ss. atti inchiesta Zecca<br />

acquisiti all’ud. del 6/5/1994).<br />

Proprio l’11/5/1980, data in cui risulta che erano stati eseguiti gli ultimi arresti su<br />

mandato di cattura emesso dal G.I dott. Chinnici, a conclusione quindi dell’operazione di<br />

polizia ideata ed organizzata dalla Questura di Palermo in collaborazione con l’Arma dei<br />

C.C. e la Guardia di Finanza, il Questore Vincenzo Immordino aveva inviato al Capo della<br />

Polizia l’appunto già citato, pervenuto direttamente alla Segreteria del Capo della Polizia in<br />

data 22/5/1980, con il quale si dava atto di quanto segue :<br />

“ <strong>La</strong> posizione del V. Questore primo Dirigente Bruno Contrada, in atto dirigente il<br />

nucleo Criminalpol di Palermo e che ha diretto interinalmente la Squadra Mobile<br />

dall’assissinio del dott. Giuliano sino al 15 Febbraio u.sc., va esaminata al lume di quanto<br />

detto sopra sulla situazione determinatasi all’interno della Squadra Mobile della Questura<br />

di Palermo e delle seguenti osservazioni, condivise anche dal sig. Prefetto di Palermo ed in<br />

parte manifestate verbalmente al Ministero:<br />

- il dott. Contrada ha lamentato sempre di essere stato oggetto di minacce ed in<br />

pericolo di vita, ma vuole rimanere a Palermo;<br />

- lamenta che l’incarico di Dirigente della Squadra Mobile affidatogli dopo<br />

l’assassinio di Giuliano costituisce di per sè un incarico pericoloso ma sostanzialmente non<br />

sollecita e fa rinviare la nomina di un sostituto;<br />

- denunzia gli “spifferi” all’interno della Squadra Mobile, che avrebbero portato,<br />

almeno in due casi specifici dallo stesso funzionario indicati, all’immediata eliminazione di<br />

due preziosi e grossi confidenti ma non provvede ad eliminare un pericolo così grave per la<br />

stessa incolumità dei funzionari che tenevano i contatti;<br />

- conferma egli stesso lo stallo veramente incredibile della Squadra Mobile dal mese<br />

di Luglio in poi, ma non vuole, nè progetta novità od azioni, anche modeste, per reagire ad<br />

una tale stasi;<br />

- adduce genericamente, quale giustificazione, timori o paure e minacce al<br />

personale, nonchè accuse gravi a carico di alcuni magistrati ai quali non intende<br />

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