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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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introdotto, sia pur con il beneficio del dubbio (ha detto di non ricordare con precisione se si<br />

trattasse di Mutolo o di Micalizzi), l’argomento della sua particolare animosità nei confronti<br />

del Mutolo, che si sarebbe tradotta al momento del suo arresto con un gesto inusuale per lui,<br />

ma emblematico del proprio sentimento di esasperazione, con la rottura di un quadro<br />

raffigurante il Cappiello, in testa all’arrestato (cfr. f. 60 ud. cit).<br />

Tale argomento difensivo è stato sostenuto da alcuni testi, citati dalla difesa (per tutti<br />

si cita l’emblematica deposizione sul punto resa da Paolo Moscarelli all’ud. del 13/1/1995<br />

ff. 146 e 147), ma ha rivelato tutta la sua inconsistenza probatoria grazie alla deposizione di<br />

altri testi, sempre citati dalla difesa, i quali dichiarando di avere personalmente assistito<br />

all’episodio in oggetto e dimostrando di avere precisione e nitidezza di ricordi hanno<br />

concordemente chiarito che il gesto di violenza posto in essere dal dott. Contrada non aveva<br />

avuto come destinatario Gaspare Mutolo, bensì Micalizzi Salvatore (cfr. testimonianze rese<br />

sul punto da Vincenzo Boncoraglio ud. 10/171995 ff. 109-110- Vincenzo Speranza ud.<br />

13/1/1995 ff. 20-55-56; Francesco Belcamino ud. 20/1/1995 f. 137).<br />

Altri “eccessi” nel tentativo di avvalorare la tesi difensiva dell’imputato sono , poi,<br />

stati posti in essere, da alcuni testi citati dalla difesa, sempre in ordine alle indagini condotte<br />

a seguito dell’omicidio Cappiello, nel riferire sulla predisposizione di particolari strutture<br />

logistiche preposte alla ricerca degli uomini della cosca del Riccobono.<br />

Premesso che all’epoca in questione non esisteva nell’ambito della Squadra Mobile<br />

palermitana un’autonoma sezione catturandi, istituita solo negli anni 80 con l’avvento della<br />

dirigenza del dott. Impallomeni che per la prima volta aveva nominato a capo di una nuova<br />

ed autonoma sezione catturandi un funzionario responsabile, negli anni ‘70, invece, l’attività<br />

di investigazione finalizzata alla cattura dei latitanti era svolta da una squadra, costituita<br />

all’interno della sezione investigativa, che aveva il compito precipuo, attesa la scarsa<br />

disponibilità di mezzi e di uomini, di effettuare le ricerche dei latitanti in esecuzione dei<br />

provvedimenti giudiziari emessi dall’A. G., essendo affidata all’iniziativa delle altre sezioni<br />

della Squadra Mobile la ricerca dei latitanti responsabili dei reati di specifica spettanza (cfr.<br />

sul punto testimonianze rese da : Santi Donato ud. 13/5/1994 ff. 184 e ss.- Biagio Naso - ud.<br />

13/1/1995 ff. 171 e ss. Ottavio Fiorita ud. 31/1/1995 ff. 95- 82- 110- Salvatore Nalbone ud.<br />

20/1/1995 ff. 27 e ss.. Giuseppe Impallomeni ud. 20/5/1994 ff. 216 e ss.). Secondo alcune<br />

testimonianze, rese sempre da testi citati dalla difesa, è stato possibile accertare che<br />

all’epoca in questione la sezione investigativa della Squadra Mobile contava in tutto una<br />

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