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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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1) il maggior numero di confidenti o “quasi confidenti” che ha ammesso di avere avuto<br />

nella zona;<br />

2) la personalizzazione del suo impegno investigativo a causa dell’omicidio di Gaetano<br />

Cappiello, giovane agente di Polizia al quale era particolarmente affezionato.<br />

Tutte le predette dichiarazioni dovranno essere singolarmente esaminate.<br />

In ordine alla prospettata tesi secondo cui le dichiarazioni accusatorie di Gaspare<br />

Mutolo potrebbero trovare giustificazione nella millanteria da parte del Riccobono va detto<br />

che numerosi argomenti, desumibili da quanto è già stato oggetto di accertamento,<br />

consentono di escluderne la fondatezza.<br />

Osservasi innanzi tutto che i riscontri esterni acquisiti in relazione alle dichiarazioni<br />

rese da Gaspare Mutolo già di per sè sono una garanzia sia della verità di quanto ha riferito,<br />

che dell’attendibilità della sua fonte, essendo emerso che la maggior parte delle notizie in<br />

suo possesso provenivano dal Riccobono.<br />

Il rapporto di particolare fiducia e stretta collaborazione esistente tra Mutolo e<br />

Riccobono, che si pone in netto contrasto logico con ogni ipotesi di millanteria nei suoi<br />

confronti, oltre ad essere stato affermato dal collaborante all’odierno procedimento, ha già<br />

costituito oggetto di ampio accertamento nell’ambito del già citato processo Maxi 1,<br />

concluso con sentenza passata in giudicato. E, d’altra parte, che Mutolo fosse realmente il<br />

“braccio destro” di Riccobono, ovvero uno dei suoi uomini piu’ fidati, è circostanza nota<br />

allo stesso imputato che ne ha fatto esplicito accenno nel corso di una delle sue dichiarazioni<br />

(cfr. f. 13 ud. 12/10/1994). Inoltre la genesi e l’occasionalità delle notizie apprese da Mutolo<br />

consentono di escludere che il Riccobono abbia inteso vantarsi di un inesistente rapporto<br />

con il dott. Contrada: ed infatti Riccobono riferisce la notizia dell’avvenuto passaggio del<br />

funzionario nella disponibilità di “Cosa Nostra” solo in relazione a specifiche situazioni che<br />

ne giustificano la comunicazione ed in ogni caso non rivendica a sè il merito<br />

dell’instaurazione iniziale di tale rapporto di natura collusiva.<br />

Infatti riferisce a Mutolo, fin dai loro primi dialoghi su tale argomento, che è stato<br />

Stefano Bontate ad avviare l’ ”amichevole” iniziale contatto con il dott. Contrada attraverso<br />

il funzionario di Polizia Purpi e l’imprenditore Cassina, soggetti rivelatisi effettivamente<br />

vicini per le ragioni già esposte sia al Bontate che all’imputato.<br />

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