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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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teste De Pasquale; ha convenuto sull’assoluta anomalia del caso (provvedimento di non<br />

rinnovo seguito a distanza di tre mesi da un provvedimento di revoca) ed anzi ha escluso che<br />

nel periodo in cui era stato Ministro si fossero verificati altri casi del genere (cfr. f. 38 ud.<br />

cit.).<br />

In conclusione anche in questa vicenda il dott. Contrada, in un momento in cui si<br />

erano profilati a suo carico gravi sospetti, era arrivato al punto di essere restituito alla P.S.<br />

con un provvedimento autoritativo del suo Direttore, ma anche questa volta era riuscito a<br />

superare tutti gli ostacoli e ad ottenere la revoca di quel provvedimento già ufficialmente<br />

trasmesso al C.E.S.I.S.; ancora una volta i suoi superiori, che al presente dibattimento hanno<br />

reso dichiarazioni tra loro contraddittorie e palesemente reticenti, mentre in un primo<br />

momento avevano ritenuto di adottare iniziative drastiche nei suoi confronti, in un secondo<br />

momento avevano modificato le loro decisioni.<br />

E’ certo, quindi, che nonostante i ricorrenti problemi incontrati nel corso della sua<br />

carriera professionale il dott. Contrada era stato mantenuto ai piu’ alti incarichi istituzionali<br />

ed anzi nel 1988 all’interno del S.I.S.D.E., durante la dirigenza Malpica e quando era<br />

Ministro dell’Interno Antonio Gava, era nuovamente tornato ad occuparsi di ricerca di<br />

latitanti anche in quello specifico settore della criminalità mafiosa in Sicilia che nel 1985 il<br />

Prefetto Parisi gli aveva imposto di non trattare.<br />

Sull’attività svolta dal Coordinamento dei gruppi ricerca latitanti ha lungamente<br />

deposto il dott. Lorenzo Narracci in atto in servizio presso la divisione operativa del<br />

S.I.S.D.E. che in passato era stato inserito nel predetto Coordinamento diretto dal dott.<br />

Contrada (cfr. dep. Narracci ff. 119 e ss. ud. 20/5/1994).<br />

Il teste ha specificato che l’Ufficio, dipendente dalla Direzione centrale, era stato<br />

istituito nel 1987 dal Prefetto Malpica ed era originariamente diviso in tre sezioni che si<br />

occupavano di attività di ricerca informativa finalizzata al reperimento di dati sui latitanti<br />

precipuamente nel settore criminale del terrorismo, dall’Agosto 1988, a seguito<br />

dell’attribuzione al S.I.S.D.E. di competenza anche in materia di criminalità organizzata di<br />

tipo mafioso, l’Ufficio era stato riorganizzato ed ampliato con l’aggiunta di tre nuove<br />

sezioni aventi competenza territoriale per materia: la Sicilia per la mafia; la Calabria per la<br />

ndrangheta e la Campania per la camorra; l’attività del Coordinamento aveva, quindi, una<br />

duplice natura: una di tipo informativo (predisposizione di archivi contenenti gli elenchi dei<br />

latitanti colpiti da provvedimenti restrittivi per il reato di cui all’ art. 416 bis ed allegate<br />

ricerche anagrafiche ed analisi psico-biografiche dei vari soggetti); ed una di tipo operativo<br />

(finalizzata alla ricerca di informatori sul territorio); lo scopo dell’attività informativa-<br />

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