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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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dichiarando che già da alcuni mesi aveva maturato l'idea di rescindere i legami con<br />

l'organizzazione criminale di cui faceva parte e di trasferirsi definitivamente all'estero con la<br />

propria famiglia (cfr. ff. 29 e ss. trascr. cit.). Poichè doveva recuperare il denaro già<br />

investito in precedenti "affari", aveva manifestato all'avv. Messina la propria intenzione, ma<br />

questi, verosimilmente contrariato per la sua decisione, alla fine del 1988 gli aveva proposto<br />

di recarsi in Calabria, con il pretesto di concludere due grossi affari, insieme a due uomini<br />

della famiglia di Campobello, tali Polizzi Pietro e Randazzo Calogero; resosi conto che tale<br />

mossa celava il proposito di ucciderlo, lo Spatola, aveva rifiutato la proposta. A questo<br />

punto il Messina gli aveva inviato, tramite suo figlio Francesco, di cui era padrino, un<br />

esplicito avvertimento: " dì a tuo padre di stare attento, di non fidarsi di nessuno perchè è<br />

solo".<br />

Temendo seriamente per la propria vita, lo Spatola aveva, quindi, deciso di rivolgersi<br />

all'Autorità Giudiziaria. Dopo avere stabilito un contatto telefonico con il Procuratore<br />

Borsellino, era stato fissato un incontro con il m.llo Carmelo Canale, all'epoca comandante<br />

della sez. di P.G. dei C.C. presso la Procura di Marsala, che aveva raggiunto lo Spatola a<br />

Messina e lo aveva accompagnato a Palermo, ove in una caserma dei C.C. del quartiere<br />

"Uditore" , v’ era stato il primo colloquio con il dott. Borsellino.<br />

A seguito di tale interrogatorio, lo Spatola, che all'epoca doveva scontare come unica<br />

pendenza con la giustizia una misura di prevenzione di due anni di sorveglianza speciale,<br />

era stato raggiunto da un provvedimento restrittivo avendo con le proprie dichiarazioni<br />

coinvolto se stesso in gravi crimini prima ignoti alla giustizia. Ed infatti la stessa sera del 19<br />

settembre 1989, data del primo interrogatorio,era stato emesso un provvedimento restrittivo<br />

nei suoi confronti con concessione degli arresti domiciliari da eseguire presso la propria<br />

abitazione di Marsala. Da quel momento era stato prelevato dai C.C. e condotto, con<br />

cadenza quasi giornaliera, per circa un mese, negli uffici della locale Procura, per rendere le<br />

proprie dichiarazioni, il che aveva continuato a fare anche dopo la concessione della libertà<br />

provvisoria.<br />

Le ripetute frequentazioni del Palazzo di Giustizia di Marsala, anche se giustificate<br />

all'esterno dallo Spatola con l'obbligo di firma impostogli avevano attirato su di lui i sospetti<br />

dell'organizzazione criminale locale.<br />

<strong>La</strong> mattina del 5/12/1989, come era emerso da alcune telefonate intercettate dalla<br />

Procura della <strong>Repubblica</strong> di Marsala su un'utenza in uso a tale Curatolo Rocco, (indicato dal<br />

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