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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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strada” cfr. ff. 44-45 ud. cit.) ma ne collocava cronologicamente l’inizio in un periodo<br />

diverso e cioè nel 1979, epoca dell’avvio della propria relazione sentimentale con la sig.ra<br />

Fisher. Ha sostenuto di avere curato personalmente il disbrigo della pratica relativo<br />

all’acquisto dell’autovettura “Alfa “ affermando di avere versato per il pagamento una<br />

somma in contante di circa quattro milioni (provento dell’attività lavorativa della signora<br />

Fisher) ed il resto con due assegni, rispettivamente di un milione e mezzo e di due milioni,<br />

dati in prestito dal Di Falco e da un’altro amico, verosimilmente tale “Nico” (cfr. ff. 47 e<br />

ss.). Ha confermato le frequentazioni della casa del Di Falco insieme alla sig.ra Fisher.<br />

Escusso all’udienza del 19/9/1995 (cfr. ff. 14 e ss.) Renato Di Falco ha dichiarato di<br />

conoscere la sig.ra Fisher, sin dagli anni ‘70; ha confermato di averle fatto un prestito,<br />

risalente a molti anni fa (non è riuscito ad essere piu’ preciso sul punto) di circa un milione e<br />

mezzo-due milioni di lire, affermando testualmente “è stato molti anni fa, quindi, non<br />

ricordo, però posso documentarlo, perchè posso andare a prenderlo nel blocchetto degli<br />

assegni” ed alla domanda del P.M. che gli chiedeva se fosse in grado di individuare la<br />

matrice dell’assegno ha risposto con sicurezza: “ si senz’altro” .<br />

Tale sicurezza è stata smentita da successivi accertamenti: infatti il cap. Bruno<br />

all’udienza del 12/10/1995 ha dichiarato di avere preso contatti con il Di Falco il quale gli<br />

aveva comunicato di non avere le matrici degli assegni.<br />

Orbene, tale risultanza ingenera dubbi su quanto categoricamente affermato dal teste<br />

Di Falco che, se veramente avesse potuto documentare il proprio prestito con la matrice<br />

dell’assegno, avrebbe quanto meno dovuto verificarne il possesso prima della sua<br />

deposizione, avvenuta dopo quella del Marcenò con il quale aveva parlato, prima delle<br />

reciproche audizioni, dell’oggetto delle stesse (cfr. ud.7/7/1995 ff. 72 e ss.).<br />

Il cap. Bruno ha riferito, poi, che la banca, presso la quale il Di Falco aveva il<br />

proprio conto corrente, ed a cui si è rivolto per rintracciare la prova dell’assegno enmesso da<br />

Di Falco, non è stata in grado di risalire alla documentazione atteso il lungo lasso di tempo<br />

trascorso.<br />

Le dichiarazioni rese dal teste Nicola Marcenò all’udienza del 7/7/1995, non hanno<br />

confermato la versione offerta dalla Fisher. Ha dichiarato di non avere mai fatto alcun<br />

prestito personale alla sig.ra Fisher, e di averne fatti, invece, in anni diversi, al sig.<br />

Santangelo, “per provvedere alle necessità della sua famiglia” e non per l’acquisto di<br />

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