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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Segreteria di Gabinetto dell’Ufficio dell’Alto Commissario per tutto il tempo in cui il dott.<br />

Contrada aveva svolto l’incarico di Capo di Gabinetto, è emerso che nonostante la formale<br />

distinzione tra la struttura burocratica della Prefettura e quella dell’Alto Commissario, in<br />

realtà , attesa la dirigenza di entrambe le strutture da parte del medesimo soggetto, si era<br />

determinata una certa commistione di atti che rendeva particolarmente complessa la<br />

gestione separata dei due uffici (cfr. f. 59 ud. 3/2/1995).<br />

E persino l’imputato ha dichiarato che il Prefetto De Francesco, che ricopriva<br />

contestualmente il terzo incarico di Direttore del S.I.S.D.E si recava spesso a Roma,<br />

assentandosi da Palermo, e qui delegava gran parte delle sue incombenze a lui, nei cui<br />

confronti nutriva particolare fiducia (cfr. anche deposizione resa da Emanuele De francesco<br />

all’udienza del 31/5/1994).<br />

Da tali risultanze emerge che l’imputato, contrariamente al suo assunto, era nelle<br />

condizioni di apprendere le notizie in oggetto.<br />

Un passaggio delle dichiarazioni di Rosario Spatola respinto con altrettanta fermezza<br />

dall’imputato è quello relativo alla sua asserita appartenenza alla Massoneria (cfr.<br />

dichiarazioni rese alle udienze del 6/5/1994 e del 23/12/1994).<br />

Ora non vi è dubbio che le risultanze dibattimentali non hanno consentito di<br />

acquisire la prova dell’appartenenza alla Massoneria dell’imputato, intesa come regolare<br />

iscrizione a logge ufficiali emergente da risultanze documentali o testimoniali.<br />

A tal fine si segnala la risposta fornita, in data 14/6/1995, dal Ministero dell’Interno<br />

alla richiesta difensiva in data 7/4/1995, con la quale si evidenzia che “ non risulta che il<br />

Dirigente generale della P.S. dott. Bruno Contrada appartenga ad associazioni massoniche,<br />

nè che abbia fatto richiesta di affiliazione a tali obbedienze” (acquisita agli atti all’udienza<br />

del 31/7/1995) e la missiva in data 7/10/1984 del Gran Segretario della Massoneria<br />

Universale Grande Oriente D’Italia- Palazzo Giustiniani, attestante la non appartenenza del<br />

dott. Contrada ad alcuna loggia della predetta Istituzione massonica, non risultando il suo<br />

nominativo iscritto in nessun registro o elenco ufficiale di alcuna loggia facente capo al<br />

Grande Oriente D’Italia (acquisita agli atti all’udienza del 19/10/1995).<br />

I soggetti indicati dallo Spatola come quelli da cui aveva appreso le principali notizie<br />

sul conto dell’odierno imputato ed anche della sua appartenenza alla Massoneria, i fratelli<br />

Caro ed il Messina, pur avendo contestato la veridicità del nucleo accusatorio centrale delle<br />

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