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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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19/10/1995 il rapporto in data 9/10/1979 a firma dell’ imputato in relazione alle indagini sul<br />

“covo” di Corso dei Mille).<br />

In particolare Pietro Marchese (il cui ruolo nella rapina citata era stato possibile<br />

accertare grazie alla decisiva testimonianza di una cittadina straniera- Duchenne Silvia-<br />

casualmente presente all’interno della banca) e Greco Giuseppe erano stati individuati come<br />

i componenti del gruppo operativo mafioso delle famiglie cui i predetti erano legati, per<br />

vincoli di parentela o affiliazione, e principalmente quelle di “Corso Dei Mille” e di<br />

“Ciaculli”(cfr. f. 13 rapporto cit.).<br />

Il 7 luglio del 1979, a seguito del già citato rinvenimento fortuito e la successiva<br />

consegna alla polizia di una rivoltella era stata portata a felice esito un’altra importante<br />

operazione di Polizia che aveva condotto all’arresto di Marchese Antonino e Gioè Antonino<br />

nonchè alla scoperta del “covo” di via Pecori Giraldi (il decisivo ruolo svolto dal dott.<br />

Giuliano e dai componenti del Comm. “Scalo Marittimo”, dott.ri Marcello Immordino e<br />

Giacomo Venezia in tale operazione, emerge oltrecchè dal citato rapporto anche dalla<br />

testimonianza al presente processo resa dal dott. Immordino- cfr. ud. 24/6/1994).<br />

Nei giorni immediatamente successivi alla scoperta del predetto “covo” l’interesse<br />

investigativo del capo della Mobile, resosi conto dell’importanza strategica di tale<br />

rinvenimento, si era rivolto all’individuazione dei piu’ pericolosi esponenti dell’aggregato<br />

mafioso facente capo ai corleonesi, pervenendo all’individuazione del pericoloso latitante<br />

Leoluca Bagarella, cognato del Riina, come uno dei soggetti che avevano utilizzato<br />

l’appartamento sito in via Pecori Giraldi (cfr. telex inviato dal dott. Giuliano, in data<br />

12/7/1979, al Ministero dell’Interno, Centro Nazionale Criminalpol, citatato al f. 33<br />

rapporto in atti).<br />

Quindi alla data della sua uccisione (21/7/1979) il dott. Giuliano nonostante il breve<br />

lasso di tempo dal rinvenimento del “covo” di via Pecori Giraldi (7/7/79) aveva già attivato<br />

le indagini per individuare il gruppo di mafia che lo utilizzava, identificando Bagarella<br />

Leoluca, in stretto collegamento con gli arrestati Marchese Antonino e Gioè Antonino, come<br />

uno dei soggetti facenti parte di quel gruppo; sulla base dell’accertato rapporto tra il Gioè ed<br />

i fratelli Di Carlo di Altofonte aveva, altresì, stabilito l’esistenza di una relazione tra il<br />

“covo” di via Pecori Giraldi e l’infrastruttura alberghiera con annessa discoteca “Il<br />

Castello”- di San Nicola Arena- facente capo alla società di fatto costituita da Calvello<br />

Mantegna Alessandro ed i fratelli Di Carlo- su cui avevano, successivamente approfondito<br />

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