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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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ambienti così ermetici come quelli mafiosi senza in qualche modo “incontrare pezzi di<br />

mafia” (cfr. dep. Parisi ff. 2-3-4 ud. 15/7/1994).<br />

Lo stesso imputato, in una parte delle proprie dichiarazioni, ha ammesso il decisivo<br />

valore investigativo dei c.d. confidenti di Polizia negli anni 70-80, prima dell’esplosione del<br />

pentitismo come fenomeno generalizzato e, sul punto, ha testualmente affermato: “ la<br />

maggior parte dei nostri risultati investigativi e non parlo soltanto delle grosse operazioni,<br />

ma parlo anche degli elementi da porre a sostegno di una misura di prevenzione, di un<br />

soggiorno obbligato, erano notizie confidenziali, ci venivano date da confidenti che noi<br />

avevamo in tutte le zone, in tutti i quartieri di Palermo e che erano legati a questo o a<br />

quello della Squadra Mobile, non erano patrimonio collettivo della Squadra Mobile, erano<br />

patrimonio dei singoli poliziotti ed il valore del funzionario e del sottoufficiale, in modo<br />

particolare, era in relazione al numero di confidenti che aveva....il valore del poliziotto era<br />

in relazione al numero dei confidenti ed allo spessore dei confidenti che aveva” ....” era un<br />

rapporto difficile, credo che adesso si sia molto attenuato perchè ricorrere a confidenti è un<br />

fatto, non dico eliminato nell’ambito dell’attività di Polizia, ma molto attenuato, allora era<br />

una delle armi, forse la piu’ importante, non ce ne erano altre” (cfr. ff. 142 e 143 ud.<br />

4/11/1994- f. 78 ud. 13/12/1994). Quando però descrive il proprio rapporto con tali fonti di<br />

acquisizione delle notizie di interesse investigativo ed in particolare con i “confidenti” della<br />

zona di Partanna-Mondello, modifica la categoricità delle predette affermazioni.<br />

Ed, infatti, all’udienza dell’8/11/1994, dopo avere ammesso di avere avuto nella<br />

zona di Partanna-Mondello, così come altri appartenenti alla Squadra Mobile, confidenti che<br />

gli consentivano di avere notizie su Rosario Riccobono e sugli uomini a lui vicini, ha<br />

affermato testualmente: “so che è stato detto che Rosario Riccobono era mio confidente, in<br />

questo momento io affermo, nella maniera piu’ assoluta, senza nessuna tema di smentita,<br />

Rosario Riccobono, non è stato mai mio confidente.....per quanto riguarda me, non ho<br />

avuto un rapporto di questo genere, anche perchè io sin dal primo momento, in cui ho<br />

cominciato ad occuparmi di mafia, ho escluso sempre, ho rifiutato sempre di avere un<br />

rapporto....con gli esponenti di rilievo, di capi famiglia...quindi le mie notizie sulle famiglie<br />

di mafia le attingevo da coloro che erano ai margini, mezze figure, che erano con un piede<br />

dentro ed un piede fuori nelle famiglie di mafia “(cfr. ff. 27 e ss. ud. 8/11/1994). Ad<br />

un’udienza successiva ha ulteriormente ribadito di avere attinto notizie, in particolare sulla<br />

famiglia di Partanna-Mondello, da “quasi- confidenti ” (cfr. ud. 16/12/1994 f. 26).<br />

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