PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

personale ed ha escluso altresì di essersi mai recato presso l’ufficio del dott. Contrada in
epoca successiva a quella del patito attentato (cfr. ff. 32 e ss. ud. cit.).
Ha dichiarato di non avere mai appreso dell’iscrizione del dott. Contrada alla
massoneria, ma ha affermato di essere al corrente dell’esistenza di 24 “tronconi irregolari”
della massoneria, che non fanno capo nè a Piazza Del Gesu’ nè a Palazzo Giustiniani
(obbedienze ufficiali), basati su regole di segretezza (cfr. ff. 39 e ss. ud. cit.).
Nelle agende dell’imputato è stato possibile rinvenire le seguenti annotazioni
riguardanti l’avv.to Bellassai:
annotazione in data 21/2/1978: “avv. Bellassai - 9,30 Via Maggiore Toselli 12”- nel
annotazione in data 4/3/1978: “avv. Bellassai”;
annotazione in data 27/5/1978: “ avv. Bellassai”;
corso della sua deposizione il Bellassai ha dichiarato,
su specifica domanda posta dal P.M., che nel 1978
risiedeva al predetto indirizzo (cfr. f. 18 ud. cit.);
annotazione in data 3/9/1979: “ avv. Bellassai - Genna Giovanni- qui ore 10”; il
Bellassai ha dichiarato di non avere mai conosciuto
Giovanni Genna e non è stato in grado di fornire alcuna
spiegazione in ordine a tale incontro con il dott.
Contrada emergente dalla predetta annotazione (cfr. ff.
34 e ss. ud. cit.);
annotazione in data 4/4/1980: “ avv. Bellassai”.
Tenuto conto che l’attentato al Bellassai è avvenuto il 22/1/1978 e che lui stesso ha
dichiarato di avere rinunciato dopo soli dieci giorni alla scorta assegnatagli dalla
Criminalpol diretta dal dott. Contrada, le annotazioni contenute nelle agende dell’imputato,
successive di almeno un mese al patito attentato, ed in due casi risalenti addirittura ad anni
dopo, appaiono difficilmente ricollegabili a tale evento; la particolare difficoltà mostrata dal
Bellassai nel fornire spiegazioni in ordine all’annotazione del 3/9/1979 che chiaramente fa
riferimento ad un incontro del predetto con il dott. Contrada in epoca ben lontana
dall’attentato ed insieme ad altro soggetto, negato sia dal Bellassai che dall’imputato, è
sintomatica di un comportamento processuale adottato da entrambi e finalizzato a sminuire i
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