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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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carcerazione subito dallo stesso per sfruttamento della prostituzione (un reato ritenuto<br />

particolarmente "infamante" all'interno di " Cosa Nostra") dal quale era stato<br />

successivamente prosciolto, ma che gli aveva creato alcuni problemi nel periodo di<br />

detenzione scontato all'interno del carcere dell'Ucciardone, superati grazie all'intercessione<br />

di Bonanno Armando (cfr. ff. 87 e ss. trascr. 27/4/1994).<br />

A proposito della Massoneria il collaborante ha dichiarato di avere appreso che<br />

l'ingresso in tale organizzazione comportava un vincolo di obbedienza alla stessa ma anche<br />

di fratellanza, che si concretizzava in favoritismi e compiacenze tra gli adepti; aveva<br />

rifiutato l'invito rivoltogli dai fratelli Caro di aderire alla Massoneria in quanto riteneva<br />

sufficiente, per sè, il vincolo di giuramento già contratto con " Cosa Nostra"; ha dichiarato<br />

di avere ricevuto anch'egli qualche piccolo favore da massoni presentatigli dai fratelli Caro<br />

ed a titolo esemplificativo ha ricordato di avere acquistato munizioni e caricatori, senza<br />

avere la licenza per farlo, da un massone, tale Dieli, proprietario di un'armeria sita in una<br />

traversa della via Roma in Palermo, presentatogli da Caro Rosario.<br />

Il collaborante ha, quindi, indicato vari esponenti delle Istituzioni (nell'ambito<br />

politico, delle Forze dell'Ordine, della Magistratura ecc.) quali appartenenti alla Massoneria,<br />

secondo quanto riferitogli sia dai fratelli Caro che dall'avv. Messina : i politici Aristide<br />

Gunnella e Umberto Vella, i giudici Cassata e Miccichè, il poliziotto Contrada (cfr. ff. 13 e<br />

ss. trascr. cit.). Ha specificato di avere appreso che proprio per i soggetti che ricoprono<br />

cariche istituzionali, vige all'interno della Massoneria la regola prudenziale di non farne<br />

risultare la formale iscrizione in elenchi ufficiali; si è detto, inoltre, a conoscenza dei<br />

particolari contatti esistenti tra la Massoneria e "Cosa Nostra" a lui risultanti direttamente,<br />

attesa la contestuale appartenenza dei citati fratelli Caro ed anche dell'avv. Messina, sia a<br />

"Cosa Nostra" che alla Massoneria.<br />

Su specifiche domande rivoltegli dal P.M. in sede di esame dibattimentale lo Spatola<br />

ha, infine, spiegato i motivi che lo avevano indotto a collaborare con la giustizia ed ha<br />

fornito una motivazione in ordine al ritardo con il quale aveva reso agli Inquirenti le notizie<br />

in suo possesso sul conto del dott. Contrada, rispetto all'epoca di inizio della sua<br />

collaborazione (questa, infatti risale al 19/9/1989 mentre il primo verbale in cui lo Spatola<br />

riferisce, spontaneamente- come dallo stesso chiarito su specifica domanda rivoltagli dal<br />

Tribunale- dichiarazioni su Contrada è del 16/12/1992 - cfr. ff. 29 e ss. e 132 trascr. cit.).<br />

Ha esposto i motivi che lo avevano indotto a dissociarsi da “Cosa Nostra”<br />

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