PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

12/7/1979, in relazione ai reati di associazione per delinquere e plurime estorsioni; anche
tale provvedimento restrittivo era rimasto ineseguito, così come il successivo mandato di
cattura n° 170/1982 emesso il 26/7/1982 e tutti quelli seguenti, che, per essere stati emessi
in un’epoca successiva a quella della sua scomparsa, appaiono ai fini della presente
trattazione di scarsa rilevanza (cfr. oltre alla documentazione già citata anche il certificato
del Casellario Giudiziale del Riccobono - acquisito all’ud. del 19/4/1994).
Nel corso della propria deposizione dibattimentale il collaborante Mutolo ha riferito
di avere appreso dal Riccobono che il dott. Contrada, passato nella “disponibilità di Cosa
Nostra”, gli aveva dato prove dirette della sua “amicizia” consentendogli di sfuggire per ben
tre volte alla cattura, informandolo tempestivamente di operazioni di Polizia.
A tale conoscenza “de relato” Mutolo ha aggiunto un dato, frutto della propria
esperienza diretta : mentre nel periodo compreso tra il 1973 ed il 1976 (prima del suo
arresto) sia lui che il Riccobono, in stato di latitanza, erano costretti a spostarsi
continuamente da una casa all’altra per evitare di essere catturati (ha fatto riferimento anche
ad alcune case che, in quel periodo, Angelo Graziano metteva a disposizione del Riccobono
nella zona di via Ammiraglio Rizzo); nel 1981, tornato a Palermo, aveva avuto modo di
constatare che, effettivamente, il Riccobono, seppur ancora latitante, era “molto piu’
tranquillo di prima”, risiedeva piu’ stabilmente in alcuni villini di sua proprietà, siti a
Mondello, Pallavicino, e a Sferracavallo, nella zona di mare denominata “Barcarello”, ed in
piu’ occasioni, egli stesso aveva constatato che il Riccobono circolava tranquillamente per
la città con la propria autovettura, svolgeva i suoi traffici illeciti e frequentava locali
pubblici (cfr. ff 53 e ss ud. 7/6/1994).
Con riferimento alle delazioni del dott. Contrada che avevano consentito al
Riccobono di sfuggire alla cattura, Mutolo ha appreso da costui che, mentre risiedeva in
alcuni appartamenti siti nella zona di Palermo compresa tra le vie Ammiraglio Rizzo, Don
Orione e Guido Jung (ed in particolare in un attico lussuosamente arredato sito proprio nella
predetta via), il dott. Contrada, lo aveva avvisato in tempo, attraverso l’avv.to Fileccia, di
operazioni di ricerca che, per quanto lo stesso Riccobono aveva ritenuto, traevano spunto da
notizie di tipo confidenziale, ricevute dalla Polizia (in particolare egli sospettava di tale
“Nino” Pipitone residente nella via Ammiraglio Rizzo).
Di tali sospetti il Riccobono aveva ricevuto in qualche modo conferma, da parte del
dott. Contrada, nel corso del colloquio avuto con lui, su sua esplicita richiesta, presso lo
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