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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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<strong>La</strong> totale assenza da parte del Questore di iniziali pregiudizi nei suoi confronti si<br />

evince, altresì, dal dato processualmente acclarato che, appena giunto a Palermo il Questore<br />

Immordino aveva conferito proprio al dott. Contrada l’incarico di redigere un rapporto<br />

giudiziario a carico delle cosche mafiose che fosse funzionale ad un’operazione di Polizia di<br />

arresti in flagranza, d’altra parte l’esigenza che in quel grave momento storico si procedesse<br />

ad una risposta “forte” da parte dello Stato al proditorio attacco da parte della mafia era già<br />

stata manifestata al dott. Contrada, ancor prima dell’insediamento del Questore Immordino,<br />

dal suo predecessore dott. Epifanio con il pieno consenso del Procuratore della <strong>Repubblica</strong><br />

dott. Costa.<br />

<strong>La</strong> successiva constatazione da parte del Questore Immordino, nel corso di alcuni<br />

mesi (dal Dicembre 1979 alla fine del Marzo successivo), della resistenza manifestata dal<br />

funzionario a presentare un lavoro compiuto e funzionale al predetto scopo lo aveva indotto<br />

a nominare un apposito gruppo di lavoro con l’incarico di consultare ed utilizzare tutto il<br />

materiale investigativo esistente, patrimonio degli uffici della Questura di Palermo.<br />

Le acquisite risultanze hanno consentito di accertare che a seguito dell’iniziale<br />

richiesta da parte del Questore Immordino di un rapporto di denuncia per il reato di<br />

associazione per delinquere il dott. Contrada si era limitato a presentare una schematica<br />

“mappa” delle cosche mafiose palermitane e che solo “in extremis”, alla fine di Aprile,<br />

quando il gruppo istituito dal Questore aveva quasi interamente completato il proprio<br />

lavoro, si era affrettato a presentare una “minuta” di rapporto non avente stesura definitiva<br />

ed in ogni caso impostata come mero rapporto di denuncia all’A.G. non funzionale ad<br />

un’operazione di arresti in flagranza per il reato associativo (lo stesso imputato nella<br />

relazione a sua firma in data 24/6/1981 acquisita all’inchiesta Zecca aveva fatto cenno ad<br />

un’iniziale “schema di rapporto” contenente circa sessanta nominativi, redatto con la<br />

collaborazione del dott. Vasquez e ad una successiva “minuta di rapporto” consegnata al<br />

Questore - cfr. ff. 9 e 11 relazione cit.).<br />

Al fine di giustificare i ritardi e le “titubanze” nel redigere il richiesto rapporto<br />

giudiziario l’imputato ha sostenuto l’argomento difensivo dell’esistenza di uno specifico<br />

veto impostogli dal G.I. dott. Imposimato, titolare dell’inchiesta romana sulla vicenda<br />

Sindona, ad utilizzare il materiale investigativo raccolto nel corso di quelle indagini ai fini<br />

di un rapporto di denuncia per associazione per delinquere da inoltrare all’A.G. palermitana<br />

(“ molto di questo materiale faceva parte dell’istruttoria del giudice Imposimato, il quale ci<br />

disse di non prendere nessuna iniziativa. Lo disse a me personalmente, alle mie insistenze<br />

di potere utilizzare questo materiale..disse: non appena mi spoglierò di questa inchiesta,<br />

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