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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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acquisita in atti all’udienza del 9/9/1994). Ed infatti lo stesso Vella ha precisato che pur<br />

risultando all’anagrafe con il nome di “Benito”, i suoi piu’ stretti congiunti (ha indicato la<br />

madre e la moglie) lo chiamano “Umberto” per motivi affettivi (cfr. f.50 ud. cit.). Ha negato<br />

di avere mai conosciuto sia Rosario Spatola che il dott. Contrada ed anche di essere mai<br />

stato iscritto alla Massoneria. Dalla sua deposizione sono emersi, però, molti elementi di<br />

conferma a quanto riferito dallo Spatola sul suo conto, i quali unitamente al dato già<br />

evidenziato della conoscenza del suo soprannome “Umberto”, per sua stessa ammissione<br />

noto solo alle persone della sua stretta cerchia familiare (persino i Caro ne hanno parlato<br />

come “Benito”), fanno ritenere inattendibile la negazione del suo rapporto di conoscenza<br />

con lo Spatola.<br />

Il Vella ha dichiarato di essere stato addetto all’Ufficio vendite della “Tessilcon”<br />

fino ai primi anni ‘80 (1982-1983-1984- cfr. ff. 46 e 47 ud. cit.); di essersi dedcato all’<br />

attività politica dal 1980 al 1989 nel Partito <strong>Repubblica</strong>no Italiano e di avere svolto una<br />

campagna elettorale nel territorio di Trapani in occasione di una sua candidatura ad elezioni<br />

nazionali, nel corso della quale era stato uno degli oratori di un comizio svolto a<br />

Campobello di Mazara, tutti particolari che confermano le notizie riferite dallo Spatola (cfr.<br />

ff. 50 e ss.-57-59-60 e 61 ud. cit.).<br />

Ha ammesso di avere conosciuto Caro Rosario, in quanto come lui dipendente della<br />

“Tessilcom”, ma ha ridimensionato la natura di tale rapporto affermando di non ricordare di<br />

avere mai conosciuto il fratello Federico, conoscenza invece ammessa da quest’ultimo (cfr.<br />

ff. 54-55-61 ud. cit.).<br />

Luigi Dieli è stato indicato dallo Spatola, all’odierno dibattimento, come massone,<br />

presentatogli da Rosario Caro, proprietario di un’armeria a Palermo, sita in una piccola<br />

traversa della via Roma, il quale gli aveva fatto la cortesia di vendergli cartucce o qualche<br />

caricatore pur essendo sprovvisto di regolare licenza per acquistarli e che gli aveva<br />

confermato l’appartenenza del dott. Contrada alla Massoneria essendo in ottimi rapporti con<br />

il predetto funzionario di polizia (cfr. ff. 17 e ss.- 23 ud. cit.).<br />

Dalla documentazione estratta dal fascicolo S.I.S.D.E. intestato allo Spatola,<br />

acquisita agli atti all’udienza del 19/10/1995, è stato possibile evincere che, già dalle prime<br />

fasi della propria collaborazione, in epoca antecedente all’avvio dell’odierno procedimento,<br />

lo Spatola aveva indicato il Dieli come massone, che forniva munizioni ai “fratelli” e a<br />

persone appartenenti alla malavita organizzata, senza osservare le prescrizioni di legge in<br />

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