PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

all’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro guidato da Arturo Cassina, ai suoi contatti con il
libanese Bou Chebel Ghassan ed alla vicenda relativa al riconoscimento da parte della
vedova del Presidente della Regione sicliliana Piersanti Mattarella del “killer” che il 6
gennaio 1980 aveva ucciso il marito; ha dichiarato che la lettera inviata al dott. Contrada su
carta intestata “Editoriale L’Espresso” e controfirmata anche dal suo direttore dell’epoca
Giovanni Valentini, corrispondeva ad una normale prassi adottata dal giornale, per il quale
lavorava, di comporre le vertenze insorte in sede giudiziaria ed era stata concordata tra il
difensore del dott. Contrada avv. Coppi e l’avv. Flamini difensore del giornale; il professore
Coppi gli aveva detto che la querela era stata immediata, perchè così gli era stato richiesto
dal suo assistito anche per i problemi che quell’articolo gli aveva procurato con la propria
Amministrazione, ma che sarebbe stato possibile trovare un punto d’incontro per ritirarla;
era stato, quindi, trovato un accordo tra i due legali e gli era stata sottoposta la lettera , che
aveva accettato di firmare, corrispondente al tipo “standard” cui si faceva ricorso in casi
analoghi con l’adozione di formule di rito che potessero consentire la ricomposizione delle
vertenze; il prof. Coppi aveva assicurato che a quella lettera non sarebbe stata data alcuna
pubblicità perchè la stessa serviva al proprio cliente soltanto per fini interni, per superare le
difficoltà che aveva dovuto affrontare nell’Amministrazione da cui dipendeva; il teste ha
affermato che infatti la lettera non era stata pubblicata e che l’accordo preso con l’avvocato
del dott. Contrada sul punto era per lui di decisiva .
(poche righe da integrare)
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