PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

aveva accompagnato costantemente (cfr. ff. 7-8-16-17- 18- 22 trascr. ud. 10/10/1994).
Nel corso del colloquio, mentre gli venivano poste alcune domande per verificare la
sua volontà di collaborazione con la giustizia, all'improvviso, si era aperta la porta ed aveva
avuto modo di riconoscere il dott. D'Antone Ignazio, che dopo avere dato uno sguardo
all'interno della stanza aveva richiuso la porta senza dire nulla (" io ero seduto verso la
finestra, con le spalle alla finestra, alla mia sinistra c'era la scrivania con il dott. De Luca,
di lato c'era un divano, a fianco a me il primo che avevo seduto sulla destra era questo "
Gianni" poi venivano gli altri due funzionari, la porta era di fronte proprio a dov'ero seduto
io, si aprì questa porta, affacciò il dott. D'Antone, diede uno sguardo, si guardò con De
Luca e richiuse la porta. Non furono dette parole sia da parte di D'Antone sia degli altri
che erano nella stanza" cfr. ff. 7 e 8 dell'esame condotto dal P.M. e f. 19 del controesame
trascr. ud. 10/10/1994).
Da quel momento lo Spatola ha dichiarato di essersi "chiuso", rifiutandosi di
continuare il dialogo intrapreso, tanto che il dott. De Luca si era adirato e lo aveva condotto
al cospetto dell'Alto commissario, prefetto Sica, riferendogli che era restìo a collaborare
(cfr. f. 8- trascr. ud. 10/10/1994- ed anche f. 55 trascr. cit. dove il collaborante ha
testualmente dichiarato: " De Luca si arrabbiò, si arrabbiò e non capiva questo mio
atteggiamento, tanto che mi disse- mi sembra che lei non si fidi, qua siamo tutte
persone..qualificate......tanto che mi portò presso il Prefetto Sica dicendogli che mi ero
chiuso, mi ero bloccato.....si arrabbiò il dott. De Luca");
Quindi De Luca aveva incaricato due persone di accompagnarlo all'aeroporto, dove
aveva fatto il biglietto per Reggio Calabria ed era partito da solo raggiungendo Reggio
Calabria e da lì Messina, facendo rientro a Marsala il lunedì seguente ("partii da solo,
abbastanza spaventato, fui lasciato solo, poi il lunedì rientrai a Marsala" cfr. ff. 8-9-21
trascr. ud. 10/10/1994).
Lo Spatola ha, quindi, dichiarato, che in precedenza aveva saputo che il dott.
D'Antone era un soggetto a disposizione di "Cosa Nostra" nonchè molto vicino, per rapporto
di lavoro, fratellanza massonica e stretta amicizia, al dott. Contrada ed ha ricordato
l'occasione in cui aveva avuto modo di conoscere, per la prima volta, a Palermo, tale
funzionario di Polizia : all'incirca tra il 1978 ed il 1979, all'interno di un bar, di proprietà di
Pietro Cordaro, denominato "Cordaro", sito in v.le Lazio, dove si trovava in compagnia di
Barbera Stefano.
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