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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Giuseppe Zaccherone nel 1980 che non soltanto avevano costituito ulteriore conferma del<br />

rapporto collusivo esistente tra l’odierno imputato e “Cosa Nostra” ma gli avevano<br />

consentito di apprendere, per la prima volta, che anche il dott. D’Antone Ignazio faceva<br />

parte della “stessa cordata di Contrada” ed era altro poliziotto “ nelle mani di Cosa Nostra”<br />

(cfr. ff. 68 e ss. ud. cit.).<br />

A riscontro delle dichiarazioni rese da Cancemi su tale punto deve evidenziarsi che<br />

altro collaboratore di giustizia, le cui dichiarazioni saranno oggetto di specifica trattazione,<br />

Rosario Spatola, ha riferito di essere a conoscenza del rapporto collusivo esistente tra tale<br />

funzionario e “Cosa Nostra” e che anzi, la rilevata presenza del dott. D’Antone presso gli<br />

uffici dell’Alto Commissario a Roma nel primo periodo in cui egli era stato in contatto con<br />

tale organismo, è stata addotta dallo Spatola, quale causa del ritardo con cui si era<br />

determinato a riferire quanto a sua conoscenza sul conto dell’odierno imputato.<br />

All’esclusivo fine di verificare i riscontri alle dichiarazioni rese dal Cancemi devono<br />

evidenziarsi alcune risultanze acquisite nel corso dell’istruzione dibattimentale aventi fonti<br />

differenziate ed autonome rispetto alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia.<br />

Il teste Santi Donato ha riferito in merito al fallimento dell’operazione di Polizia<br />

denominata “ Hotel Costa Verde” a causa di una direttiva impartita dal dott. D’Antone,<br />

all’epoca dirigente della Squadra Mobile di Palermo, che aveva modificato le originarie<br />

modalità di intervento programmate dai dott.ri Cassarà e Montana (cfr. ff. 155 e ss. ud.<br />

13/5/1994). Su tale episodio ha riferito anche il teste Cerami Raimondo, magistrato<br />

incaricato delle indagini sugli omicidi del commissario Montana e del vice -Questore<br />

Cassarà, nell’ambito delle quali era stata effettuata la prima ricostruzione del fallito “blitz”<br />

al "Costa Verde", sulla base delle dichiarazioni rese da alcuni poliziotti collaboratori del<br />

dott. Cassarà (cfr. ud. 13/5/1994 ff. 107 e ss.).<br />

<strong>La</strong> vedova del dott. Cassarà, <strong>La</strong>ura Iacovoni, ha riferito in ordine alle serie diffidenze<br />

che il marito, dopo un primo periodo di permanenza a Palermo, aveva cominciato a nutrire<br />

sia nei confronti dell’odierno imputato che nei confronti del dott. D’Antone, che il marito<br />

definiva “uomo di Contrada”, ed al quale nascondeva nonostante fosse il suo dirigente le<br />

notizie in merito alle sue indagini, che conduceva segretamente e con l’ausilio di pochi<br />

fidati collaboratori soprattutto in materia di ricerca di latitanti (cfr. ud. 20/5/1994).<br />

Il teste Saverio Montalbano ha riferito in merito al fallimento di una duplice<br />

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