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I rapporti Bontate-Cassina-Contrada
Primo dato, quindi, da verificare, con riferimento all’indicato intermediario Cassina
è l’esistenza di rapporti tra questi ed il Bontate, tali da giustificare il ricorso a lui, come
“persona affidabile” e, successivamente, quello dell’esistenza di personali rapporti tra il
Contrada ed il Cassina, prescelto dall’organizzazione criminale per la sua azione di
“avvicinamento”.
Le notizie riferite da Mutolo sul punto in esame vertono sulle seguenti circostanze:
1) l’esistenza di un rapporto Bontate-Cassina piu’ risalente nel tempo, avvalorato da un
rapporto di “fiducia” nonchè di lavoro tra l’imprenditore Cassina e Giovanni Teresi
detto “ u pacchiuni”, al contempo “uomo d’onore” della famiglia di Santa Maria Di
Gesu’, con il ruolo di sotto-capo dello stesso Bontate (Mutolo ha dichiarato che
quando venne tratto in arresto nel 1976 sapeva già dell’esistenza del rapporto tra
Bontate e Cassina nonchè dell’avvenuta assunzione del Teresi, e che nel 1981,
quando aveva fatto ritorno a Palermo, aveva constatato che questi era ancora
impiegato del Cassina - v. ff. 49 e 260 ud. 7/6/1994);
2) la connotazione del rapporto Bontate-Cassina come tipico rapporto di “protezione
mafiosa” originato da una richiesta che il Cassina aveva rivolto in tal senso al
Bontate, a seguito del sequestro del figlio Luciano, giustificato dal fatto che il
Cassina risiedeva in una villa nella zona sottoposta all’influenza mafiosa del
Bontate;
3) il consolidamento di tale legame tra il Bontate ed il Cassina attraverso alcuni rapporti
di lavoro di natura “fittizia “ esistenti tra le imprese del Cassina e “uomini di Cosa
Nostra” tra cui il predetto Teresi e tale Sutera “Enzuccio”, indicato quale “uomo
d’onore” della famiglia mafiosa di appartenenza del Mutolo, di Partanna-Mondello
(cfr. ff. 44- 49 e ss ud. 7/6/1994- ff. 47 e ss ud. del 12/7/1994).
I riscontri acquisiti sulle predette circostanze hanno consentito di verificare che
Stefano Bontate, nato il 23/4/1938, già residente a Palermo in via Villagrazia n°151,
coniugato con Margherita Teresi, appartenente ad una famiglia con numerosi pregiudicati
mafiosi (il padre Francesco Paolo detto “Paolino” nonchè il fratello Giovanni) era collegato
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