PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

innovata negli anni successivi e quindi in epoca in cui il predetto funzionario rivestiva il
medesimo incarico; al riguardo si osserva che, proprio per gli anni 1979-1980, in cui il dott.
Contrada ricopriva all’interno della Questura il doppio incarico di dirigente della Squadra
Mobile e della Criminalpol, vi è stata una mancata corrispondenza del rinnovo di pistola di
Federico Caro nella scheda del Commissariato territorialmente competente, sintomatico di
un rinnovo effettuato direttamente in Questura; il Caro Rosario aveva ottenuto la licenza di
porto di fucile il 28 Giugno 1980, epoca successiva a quella del riferito colloquio da parte
dello Spatola; in detto periodo il dott. Contrada ricopriva all’interno della Questura l’alto
incarico di dirigente della Criminalpol.
E’ quindi pienamente riscontrato quanto Spatola aveva appreso da Caro Rosario: e
cioè che la licenza di porto d’armi, al contrario del fratello, non gli era stata ancora rilasciata
nella Primavera del 1980.
Il Tribunale ritiene inattendibili le smentite al collaborante provenienti dalle
dichiarazioni di Antonio Messina, citato all’udienza del 14/10/1994, su richiesta formulata
dalla difesa ex art. 195 c.p.p., accolta dal Tribunale con ordinanza in data 23/9/1994.
Il Messina è stato escusso nella qualità di imputato di reato connesso, essendo già
stata avanzata nei suoi confronti, da parte della Procura di Marsala, richiesta di rinvio a
giudizio per il reato di associazione di tipo mafioso sulla base delle dichiarazioni rese a suo
carico da Spatola Rosario (cfr. f. 7 ud. cit.).
Lo stesso Messina ha dichiarato che il predetto procedimento trae origine da plurime
fonti di accusa a suo carico (ha indicato oltre Spatola, Calcara Vincenzo, la Filippello e
Truglio Vito) e che attualmente è in corso di celebrazione dinanzi al Tribunale di Marsala
altro procedimento penale nei suoi confronti, avviato sulla base delle dichiarazioni
accusatorie rese da altro collaboratore di giustizia che, come lo Spatola, egli ha dimostrato
di ritenere assolutamente non credibile (“ altro falso pentito”- “ altro pazzo”- cfr. ff. 7 e 28
ud. cit.).
Nel corso della sua deposizione ha precisato di essere stato tratto in arresto in data
11/1/1976 e di essere rimasto in stato di detenzione fino al 9/6/1978, in relazione alla
vicenda giudiziaria relativa al sequestro Corleo, conclusosi con sentenza definitiva di
condanna a suo carico, alla pena di quattordici anni di reclusione, dopo una prima pronuncia
di assoluzione (“ sono arrivato alla condanna falsamente, perchè hanno travisato i fatti,
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