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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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proseguimento di quelle indagini, formalmente dirette dal dott. Contrada, all’epoca<br />

nominato dirigente “ad interim” della Squadra Mobile; ha dichiarato di avere intrapreso<br />

questo incarico con grande entusiasmo ma di essere stato, in piu’ occasioni, frenato<br />

dall’atteggiamento di scetticismo e cautela palesato dal dott. Contrada, il quale invitava tutti<br />

alla prudenza nello svolgimento delle indagini esternando il timore che se non si era<br />

prudenti si rischiava di essere uccisi dalla mafia (cfr. ff. 59 e ss. - 91 e ss. ud. cit.).<br />

Il dott. Giuseppe Impallomeni, subentrato al dott. Contrada nella dirigenza della<br />

Squadra Mobile di Palermo nel Febbraio 1980, escusso all’udienza del 20/5/1994, ha<br />

confermato di avere partecipato personalmente alla perquisizione in casa Inzerillo,<br />

nell’occasione sfuggito per poco alla cattura; ha dichiarato che la sera del 12 Aprile 1980<br />

era presente, davanti il portone della Squadra Mobile, quando il dott. Contrada si era<br />

avvicinato a parlare con il proprio funzionario Gentile (particolare evidenziato nella<br />

relazione di servizio citata), ed anzi ha chiarito che poco prima si era intrattenuto a parlare<br />

con il dott. Contrada dei servizi in corso; ha confermato, altresì, che nell’immediatezza del<br />

fatto, era stato informato dal dott. Gentile sul contenuto del colloquio avuto con il dirigente<br />

della Criminalpol (cfr. ff. 218-221 e ss.).<br />

Si era recato allora dal dott. Contrada facendogli rilevare che avrebbe dovuto<br />

rivolgersi direttamente a lui, dirigente della Squadra Mobile, per evenutali contestazioni<br />

sull’operato dei propri uomini e gli aveva precisato che durante quell’operazione tutto si era<br />

verificato normalmente così come era, d’altronde, sua abitudine nel corso di operazioni<br />

finalizzate alla cattura di latitanti alle quali partecipava, spesso, personalmente;<br />

nell’occasione il dott. Contrada gli aveva detto che le lamentele relative alle modalità<br />

operative di quella perquisizione gli erano pervenute tramite il dott. Vasquez, che le aveva<br />

apprese da un avvocato, e da altra persona della quale non aveva voluto fargli il nome (cfr.<br />

ff. 226 e ss. ud. cit.). Aveva chiesto allora al dott. Gentile, che appariva intimorito dalle<br />

parole pronunciate dal dott. Contrada, di redigere una relazione scritta su quanto riferitogli<br />

oralmente (cosa che rientrava nei propri doveri di dirigente) avendo rilevato “ l’anomalia”<br />

del comportamento posto in essere dal dott. Contrada; non era stato necessario insistere a tal<br />

fine in quanto il funzionario aveva ritenuto assolutamente conseguenziale scrivere una<br />

relazione di servizio sull’accaduto (cfr. ff. 234- 235- 282- 325 ud. cit.).<br />

A seguito di ciò aveva redatto una propria relazione consegnandola, unitamente a<br />

quella del proprio funzionario, al Questore dell’epoca dott. Vincenzo Immordino, che gli<br />

aveva detto che avrebbe provveduto ad informarne il Ministero (cfr. ff. 218 e 229 ud. cit.).<br />

Nella documentazione acquisita in atti risulta la relazione a firma del V.Questore<br />

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