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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Maggio 89 aveva attribuito al Di Paola un primo avvertimento, collocato cronologicamente<br />

subito dopo il suo trasferimento a Palermo, sostenendo che il predetto funzionario aveva<br />

assunto l’iniziativa di ricollegarlo al Greco, ricordandosi di averlo visto al suo matrimonio,<br />

ed avvisandolo che vi erano gravi sospetti sul suo conto quale componente di associazione<br />

mafiosa; su tale punto sia le acquisite risultanze documentali che la deposizione del Di Paola<br />

hanno consentito di accertare che in occasione del matrimonio del Tognoli (1978) il Di<br />

Paola era ancora un giovane funzionario addetto alla Questura di Padova che non sapeva<br />

neppure chi fosse Greco Leonardo e pertanto non poteva averlo notato a quel matrimonio nè<br />

tantomeno ricordarsene alcuni anni dopo, nel 1981, data del suo trasferimento in Sicilia; a<br />

quella data il Di Paola non poteva, così come egli stesso ha dichiarato, avere alcuna<br />

specifica ragione di sospetto a carico del Greco attesocchè gli elementi di appartenenza di<br />

tale soggetto ad associazione mafiosa si erano acquisiti solo piu’ tardi quando il 17/6/1982<br />

era stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale della P.S. con<br />

divieto di soggiorno e successivamente il 12/7/1982 quando era stato tratto in arresto per<br />

associazione per delinquere e traffico di sostanze stupefacenti (cfr. documentazione<br />

acquisita all’ud. del 22/9/1995); il teste Di Paola ha poi escluso di avere mai appreso prima<br />

della pubblicazione sulla stampa la notizia del coinvolgimento sia del Tognoli che del Greco<br />

nell’operazione condotta dalla Polizia Giudiziaria di Palermo escludendo con altrettanta<br />

fermezza di avere telefonato al Tognoli, come da questi sostenuto, due giorni prima del suo<br />

arresto proponendogli di presentarsi al magistrato per chiarire la sua posizione. <strong>La</strong> smentita<br />

del Di Paola appare tanto piu’ credibile ove si consideri che l’operazione che avrebbe<br />

dovuto condurre all’arresto del Tognoli era maturata in un breve arco di tempo (tra il 10 e<br />

l’11 Aprile 1984) ed è da escludere che di essa fosse potuto venire a conoscenza un<br />

funzionario come il Di Paola totalmente estraneo agli apparati investigativi, addetto ad un<br />

ufficio che si occupava di patenti, totalmente distaccato, anche come allocazione dei locali,<br />

dagli uffici della Squadra Mobile e della Criminalpol. A questo si aggiunga che attraverso la<br />

deposizione resa dallo stesso Antonino De Luca si evince che il Di Paola era un funzionario<br />

che non godeva di particolare considerazione negli ambienti della Questura palermitana ed è<br />

pertanto da escludere che quei pochi soggetti che erano a conoscenza dell’imminente arresto<br />

del Tognoli avessero potuto confidarlo proprio a lui (cfr. dep. De Luca su Di Paola: “ mi era<br />

stato detto che fosse anche un po' non normale, non affidabile per disturbi mentali, vi erano<br />

colleghi preoccupati di incrociarlo” cfr. ff. 45 e 93 ud. 4/10/1994).<br />

Ma il dott. De Luca non si è limitato ad offrire del Di Paola all’odierno dibattimento<br />

l’immagine di un funzionario che non godeva di alcuna considerazione e che essendo<br />

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