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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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delinquenziale, dal 1988 in poi, nel territorio della Toscana per reati di illegale detenzione di<br />

armi e munizioni e di spendita di monete false, in conformità alle dichiarazioni rese sul<br />

punto dal collaborante.<br />

Dalla scheda relativa ai periodi di detenzione sofferti dal Mutolo (cfr. ff. 22 e ss.<br />

scheda cit. acquisita all’ud. del 22/9/1995) si evince il travagliato ”iter” carcerario del<br />

predetto collaborante, dal Giugno 1960 fino alla sua definitiva restrizione in luoghi di<br />

detenzione extra-carceraria, avvenuta il 27/6/1992, su disposizione della Procura Generale<br />

della <strong>Repubblica</strong> di Perugia, in attesa dell’applicazione del programma di protezione, cui<br />

Mutolo è stato ammesso, unitamente ai propri familiari, a decorrere dal 21 Agosto 1992.<br />

In particolare, dalla predetta scheda, è dato evincere i diversi periodi in cui il Mutolo<br />

è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Palermo nonchè i suoi trasferimenti presso<br />

l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, presso la Casa Penale di<br />

Augusta, nonchè la sua permanenza anche nelle carceri di Poggioreale (Napoli), di Teramo,<br />

Pisa e Spoleto che hanno costituito oggetto di specifici riferimenti da parte del collaborante<br />

nel corso della deposizione dibattimentale, costituendone, pertanto, positivo riscontro.<br />

In relazione ai numerosi personaggi citati dal Mutolo nel corso dell’esame<br />

dibattimentale sono stati, altresì, acquisiti cospicui, positivi riscontri.<br />

Così è risultato che il Vetrano Salvatore, di cui ha parlato Mutolo con riferimento<br />

alla prima fase dei suoi rapporti con l’ambiente malavitoso facente capo a “Cosa Nostra”, è<br />

stato identificato per l’omonimo nato a Palermo nel 1918, oggetto di numerose denunce,<br />

esercente l’attività di carrozziere, che effettivamente ha gestito, sin dal 1964, anche un<br />

esercizio pubblico per la rivendita di autovetture (cfr. deposizione cap. Bruno ud.<br />

18/10/1994 ff. 51-52).<br />

Napoli Carmelo è stato identificato per l’omonimo del 1911, effettivamente deceduto<br />

nel 1955 nel corso di un agguato a colpi d’arma da fuoco mentre si trovava all’interno di un<br />

bar nella discesa Dei Giudici a Palermo (cfr. deposizione cit. f.52).<br />

Stefano Leale è risultato anch’egli vittima di un conflitto a fuoco, la sera del 9 Aprile<br />

1960, nella via Torino a Palermo (cfr. f. 52 ud. cit.).<br />

Il Vincenzo Di Maria, di cui parla Mutolo come l’ ” uomo d’onore” della famiglia<br />

mafiosa dell’Uditore, cui aveva esibito, una volta trasferito al carcere di Augusta, un<br />

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