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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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urocratici necessari per questo movimento; noi, su sollecitazione del dott. Contrada, fu<br />

proposto un immediato movimento anche in missione per poi eventualmente sotto l’aspetto<br />

burocratico ratificare il movimento stesso. Ciò non avvenne.” (cfr. ff. 1 e ss. ud. 17/1/1995).<br />

E’ certo quindi che l’intervento per il trasferimento del dott. Cassarà oltre ad essere<br />

tardivo si rivelò anche del tutto inefficace e che il giorno prima che questi rimanesse ucciso<br />

dalla mafia gli era stato comunicato l’esito negativo della proposta del suo trasferimento in<br />

Liguria.<br />

Per quel che concerne, infine, l’esistenza di ottimi rapporti con i dott.ri Cassarà e<br />

Montana deve dirsi che, invero, lo stesso imputato ha ammesso che i rapporti con Cassarà<br />

non erano mai stati particolarmente intensi, anche se ha addotto a giustificazione di tale<br />

circostanza motivi di età e di esperienze professionali (“ Cassarà fu assegnato subito<br />

all’investigativa, già appena arrivato alla Squadra Mobile di Palermo ha cominciato subito<br />

ad occuparsi di investigazioni sul crimine organizzato e sulla mafia...lui era stato già un<br />

dirigente di Squadra Mobile, era stato dirigente della Squadra Mobile di Trapani, anche lì<br />

si era occupato di fatti mafiosi, quindi non aveva bisogno di fare scuola...sul piano<br />

personale non c’era indubbiamente quello stretto rapporto, vincolo che si era creato in<br />

sedici anni tra me e Giuliano...aveva molti anni meno di me...non ricordo mai ci sia stato<br />

un piccolo contrasto...non è che lui del suo lavoro veniva a rispondere a me, lui doveva<br />

rispondere al suo capo...non ci sono stati stretti rapporti di lavoro professionali tra noi due,<br />

anche se io sapevo benissimo che tutta l’attività investigativa per quanto riguarda la<br />

Polizia Giudiziaria della P.S. era ormai nelle mani di Ninni Cassarà”- l’imputato ha,<br />

quindi, citato uno specifico episodio riguardante un dissidio insorto tra il dott. Cassarà ed il<br />

questore dell’epoca dott. Nicolicchia, per il quale il dott Cassarà, eccezionalmente, vincendo<br />

il suo grande orgoglio avrebbe richiesto il suo esclusivo aiuto: “Cassarà vincendo per un<br />

attimo il suo grande orgoglio, a me soltanto chiese aiuto” cfr. ff. 72 e ss. ud. 20/12/1994;<br />

deve evidenziarsi che su tale episodio hanno riferito due testi della difesa, il dott.<br />

Ferdinando Pachino ed il dott. Ignazio D’Antone, i quali hanno rivendicato a se stessi<br />

oltrecchè al dott. Contrada il merito di avere ricomposto i dissidi tra il questore ed il dott.<br />

Cassarà su richiesta di quest’ultimo - cfr. dep. Pachino ff. 37 e ss. ud. 5/9/1994 e dep.<br />

D’Antone ff. 72 e 152 ud.14/7/1995).<br />

Per quanto concerne, infine, i rapporti con il dott. Montana, l’imputato ha affermato<br />

con maggiore certezza che erano “ottimi” essendo considerato dal predetto il suo “punto di<br />

riferimento” nonostante egli non facesse piu’ parte della Polizia Giudiziaria attiva ma era<br />

già all’Alto Commissario; a riprova di ciò ha citato un attestato di stima che gli avrebbe<br />

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