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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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L’esigenza addotta di non volere “scoprire le carte” in proprio possesso appare<br />

illogica alla luce del fatto che comunque il memoriale Insalaco nella sua versione originale<br />

era stato allegato a quel rapporto, come d’altra parte era assolutamente necessario fare<br />

trattandosi di un atto sequestrato nell’abitazione dell’ucciso e la cui omissione dagli atti<br />

trasmessi alla Magistratura avrebbe integrato gravi ipotesi delittuose.<br />

Quello che il dott. Nicchi aveva realizzato con quella decisione non consisteva, e<br />

d’altra parte non poteva consistere, nell’ occultamento di una documento pertinente al grave<br />

reato commesso, ma obiettivamente significava, così come sostenuto dal Montalbano, che<br />

era stato operato un ridimensionamento di un particolare punto contenuto in quel<br />

documento, e, con riferimento alla persona dell’odierno imputato, consistente nell’attribuire<br />

scarsa importanza, nel rapporto trasmesso dalla Polizia giudiziaria alla Magistratura,<br />

all’ambiguo collegamento individuato dall’Insalaco tra il dott. Contrada ed il dott. Cassina<br />

per il tramite dell’Ordine del Santo Sepolcro .<br />

Altro dato anomalo emerso dalla deposizione del dott. Nicchi riguarda la circostanza<br />

che, nonostante l’omicidio Insalaco fosse stato uno dei fatti piu’ eclatanti ed oscuri accaduti<br />

a Palermo, egli aveva informato il Questore, suo superiore, di quel rapporto solo dopo<br />

averlo trasmesso alla Magistratura nella sua versione corretta (“ al Questore lessi soltanto il<br />

rapporto dopo che lo spedii firmato da me..all’Autorità Giudiziaria ” cfr. dep. Nicchi f. 248<br />

ud.24/1/1995).<br />

Tale circostanza è stata confermata dal Questore di Palermo all’epoca in cui il<br />

rapporto Insalaco era stato redatto, dott. Alessandro Milioni, il quale, all’udienza del<br />

9/2/1995, pur avendo riferito che l’omicidio Insalaco era stato “un fatto<br />

eclatante”verificatosi a Palermo, oggetto di discussione anche in sede di Comitato<br />

dell’Ordine e della Sicurezza a Roma, ha riferito che il dott. Nicchi gli aveva portato in<br />

visione il relativo rapporto solo dopo la trasmissione dello stesso all’A.G. (cfr. ff. 9 e ss. -20<br />

e ss.ud. cit.).<br />

Nel corso della sua deposizione il teste Montalbano ha riferito altro episodio,<br />

strettamente connesso a quello della vicenda relativa all’illustrato rapporto giudiziario: ha<br />

dichiarato che, nel corso della mattina del 2 Novembre 1988 (che ha ricordato con<br />

precisione perchè era la ricorrenza della commemorazione dei defunti), ritornando in ufficio<br />

al Commissariato Libertà ove prestava servizio, dopo aver preso un caffè, aveva trovato<br />

seduto nella poltrona della sua stanza, che condivideva con il collega Santini, il dott.<br />

Contrada il quale aveva chiesto di parlare con lui (“ lo trovai seduto in una poltrona<br />

all’angolo...mi disse: Montalbano con te voglio parlare” alchè il dott. Santini salutò e se ne<br />

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