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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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2. III LE DICHIARAZIONI DI FRANCESCO MARINO MANNOIA<br />

<strong>La</strong> collaborazione di Francesco Marino Mannoia con l’Autorità Giudiziaria inizia nel<br />

mese di Ottobre del 1989, dopo che era già stata pronunciata nei suoi confronti la condanna<br />

in primo grado, per i reati di cui agli artt. 416-416 bis c.p.- 71, 74, e 75 L. n° 685/75,<br />

nell’ambito del c.d. primo maxi-processo contro Abbate Giovanni ed altri.<br />

L’appartenenza, infatti, del predetto al sodalizio criminoso “Cosa Nostra” ed il suo<br />

ruolo di particolare abilità e preparazione tecnica nel settore della raffinazione dell’eroina e<br />

del traffico della stessa, successivamente confermato e riconosciuto dallo stesso dichiarante,<br />

erano già emersi, con estrema chiarezza, sulla base delle dichiarazioni rese a suo carico<br />

nell’ambito del giudizio di primo grado del summenzionato processo, dai pentiti di mafia:<br />

Tommaso Buscetta, Salvatore Contorno e Antonino Calderone.<br />

<strong>La</strong> collaborazione di Francesco Marino Mannoia con l’Autorità Giudiziaria è stata<br />

subito caratterizzata dall’immediata percezione da parte degli organi inquirenti<br />

dell’eccezionalità del contributo offerto dal predetto proprio perchè proveniente, per la<br />

prima volta dopo la stagione del “pentimento” degli “uomini d’onore” appartenenti alle<br />

famiglie di mafia cosiddette perdenti, da un soggetto schierato con le famiglie affermatesi<br />

all’esito della cruenta guerra di mafia che aveva sconvolto la Sicilia nei primi anni ottanta.<br />

Nell’ambito dell’odierno procedimento il Mannoia ha dichiarato di avere cominciato<br />

a gravitare in ambienti mafiosi fin dal 1970 e di essere stato affiliato formalmente a “Cosa<br />

Nostra” nella “famiglia” di Santa Maria Di Gesu’ nella primavera del 1975 (cfr. f. 67 ud. del<br />

29/11/1994).<br />

Tenuto conto del lungo periodo di permanenza del collaborante all’interno<br />

dell’organizzazione mafiosa, il suo patrimonio di conoscenze si è rivelato particolarmente<br />

ricco ed inoltre di peculiare rilevanza essendo stato dapprima ”soldato” di Bontate Stefano<br />

(uno dei capi storici di “Cosa Nostra” sin dall’inizio degli anni settanta nonchè capo della<br />

famiglia mafiosa di S. Maria di Gesu’ di cui Mannoia faceva parte con un ruolo di<br />

particolare fiducia essendo in diretto collegamento con il capo - v. f. 15 e 63 trascr. ud.<br />

29/11/1994) e successivamente inserito a pieno titolo per molti anni nei traffici di<br />

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