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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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L'accertata assidua frequentazione tra i due, i rapporti di familiarità (è stato verificato<br />

che il Messina nel 1983 era stato padrino di cresima di Francesco Spatola, figlio del<br />

collaborante) ed i comuni interessi illeciti nel campo degli stupefacenti, avevano consentito<br />

allo Spatola di venire a conoscenza, tramite il Messina, delle vicende concernenti le famiglie<br />

mafiose del luogo, delle quali gli aveva illustrato i piu’ intrigati risvolti (cfr. sent. trib.<br />

Marsala e dep. Canale ud. cit. f. 7). Il Messina, coinvolto nelle indagini conseguenti al noto<br />

sequestro Corleo da Salemi, era stato destinatario del provvedimento restrittivo emesso dal<br />

G.I. di Marsala il 23/3/1976, unitamente a diversi soggetti facenti capo ad organizzazioni<br />

mafiose della provincia; dalle dichiarazioni rese dal M.llo Canale è emerso che il Messina è<br />

stato dichiarato colpevole di quel gravissimo delitto con condanna definitiva alla pena di<br />

quindici anni di reclusione (cfr. f. 236 sent.Trib. Marsala e dep. Canale ff 4 e ss ud.<br />

27/9/1994).<br />

Da piu’ recenti indagini è emersa l’assunzione da parte del Messina della carica di<br />

“reggente” della famiglia mafiosa di Campobello, in sostituzione di Nunzio Spezia, ed il suo<br />

coinvolgimento in notevoli traffici di droga internazionali ed i suoi collegamenti<br />

delinquenziali con appartenenti all’associazione criminale dedita a sequestri di persona in<br />

Sardegna, denominata “’Anonima sarda” (cfr. ff 4 e ss. ud. cit.).<br />

Anche il collaborante Scavuzzo ha riferito che il Messina gli era stato ritualmente<br />

presentato quale “uomo d’onore” della famiglia mafiosa di Campobello ed anzi ha precisato<br />

che in una occasione aveva appreso da quest’ultimo che intendeva presentargli lo Spatola,<br />

“uomo d’onore” appartenente alla sua famiglia; tuttavia l’incontro tra lo Scavuzzo e lo<br />

Spatola non si era poi verificato a causa della latitanza che aveva costretto lo Scavuzzo a<br />

trascorrere lunghi periodi lontano dalla Sicilia (cfr. ff. 3 e ss. ud. 26/5/1994).<br />

Curatolo Rocco, indicato nell'odierno procedimento come "uomo d'onore" della<br />

famiglia di Marsala che aveva partecipato al progetto di eliminare lo Spatola all'interno di<br />

un bar gestito dalla moglie e dal cognato dello stesso, è stato condannato, con sentenza<br />

emessa il 19/3/1994 dalla Corte d' Appello di Palermo alla pena di anni sei di reclusione<br />

perchè ritenuto colpevole del reato di cui all'art. 416 bis c.p.; in particolare, è emerso, sulla<br />

base di alcune intercettazioni telefoniche acquisite in quel procedimento, che il 4 ed il 5<br />

Dicembre del 1989 c’ erano state due telefonate sull'utenza di Perrone Licata, in uso a<br />

Curatolo Rocco, nelle quali questi aveva esortato perentoriamente Giuseppina Licata, intesa<br />

"Sara" cugina acquisita dello Spatola nonchè amante del Curatolo, a tenersi ad ogni costo<br />

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