PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

Il dott. Sinisi, preso atto che nella relazione, dopo un riferimento ai problemi
familiari e di salute esposti dal Mutolo, si affermava in modo sintetico che, allo stato, non si
ravvisavano elementi per ritenere che il predetto fosse disposto ad una “formale”
collaborazione con la Giustizia, decise di firmarla ritenendo che, in effetti, non c’erano
ancora in quella fase i presupposti per qualificare come “formale” la collaborazione che
Mutolo, solo genericamente, aveva manifestato di volere intraprendere, dovendo ancora tale
dichiarazione d’intenti essere oggetto di positiva verifica da parte di organi di Polizia
Giudiziaria (“ credo che sia stata utilizzata una formula volutamente sintetica, perchè allo
stato non si sapeva affatto nè che tipo di evoluzione avrebbe avuto il rapporto di
collaborazione con Gaspare Mutolo nè se questa persona poi avrebbe, in effetti,
collaborato con la Giustizia, nè se in quel momento stesse cercando semplicemente un
escamotage, un contatto con una persona autorevole per ricevere dei benefici carcerari,
quindi, nell’assoluta vaghezza di quelli che sarebbero stati gli sviluppi di questo primo
contatto, si preferì dare semplicemente questa indicazione ... anche per evitare che laddove
le preoccupazioni di Mutolo fossero preoccupazioni sincere, potessero portare ad esiti...
infausti... se fosse trapelata, anche soltanto l’idea della collaborazione di Mutolo, la vita
stessa di Mutolo in carcere sarebbe stata in pericolo, posto che non c’era nessuna tutela
particolare nei confronti del detenuto in quel momento“ cfr. ff. 15- 16- 24 - 25. 35- 36 e 41
ud. cit.).
Come può agevolmente rilevarsi dalle esposte risultanze dibattimentali, univoche,
coerenti ed assolutamente inconfutabili, le dichiarazioni rese dal collaborante Mutolo in
ordine al colloquio dallo stesso avuto nel Dicembre del 1991 con il dott. Falcone all’interno
del carcere di Spoleto, hanno trovato puntuale conferma, finanche nei particolari piu’ minuti
afferenti alle indicazioni sulla data e sulla durata del predetto colloquio che si sono rivelate
assolutamente precise; la ricostruzione, poi, del contenuto di tale colloquio, resa possibile
attraverso la testimonianza del dott. Sinisi, che il Mutolo non era stato in grado di
individuare nel corso delle sue dichiarazioni dibattimentali, ma la cui identificazione è stata
effettuata attraverso dati documentali, ha consentito di raggiungere una prova piena,
assolutamente disinteressata ed attendibile, della circostanza che il Mutolo fin da quel
primo, preliminare, contatto con il dott. Falcone indicò l’odierno imputato tra i soggetti
appartenenti alle Istituzioni dello Stato collusi con la mafia.
Le ulteriori fasi, precedenti alla decisione di Mutolo di formalizzare la propria
volontà di collaborare con la Giustizia, hanno poi costituito oggetto di altre testimonianze,
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