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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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un’ulteriore insostenibile prosecuzione di quell’interrogatorio era stato estremamente<br />

evasivo (cfr. f. 40 e ss. ud. cit.). Nel corso di un successivo interrogatorio reso in data 27<br />

Gennaio 1994 ai magistrati della Procura della <strong>Repubblica</strong> di Palermo, in sede di rogatoria<br />

in U.S.A., (l’unico reso negli U.S.A. a magistrati italiani dopo quello citato dell’Aprile<br />

1993), avente ad oggetto alcuni omicidi da lui confessati, Mannoia aveva avuto modo, quasi<br />

incidentalmente, dopo avere parlato del proprio coinvolgimento nel tentato omicidio di certo<br />

Lo Piccolo e della vicenda relativa al dott. Speranza in quanto strettamente connessa a quel<br />

fatto delittuoso, di fare riferimento al dott. Contrada quale “altro funzionario di Polizia” in<br />

rapporti con esponenti di “Cosa Nostra” (cfr. ff. 24 e ss. 42 e ss. trascr. ud. 29/11/1994).<br />

Nel corso del suo esame dibattimentale, in modo piu’ specifico e completo, ha,<br />

quindi, riferito le diverse occasioni in cui , durante la propria militanza all’interno di “Cosa<br />

Nostra”, aveva sentito dialogare diversi “uomini d’onore” sul conto del dott. Contrada, che<br />

ha dichiarato di non avere mai conosciuto personalmente (cfr. ff. 8 e ss. e 57 trascr. cit. in<br />

atti). Una prima volta, intorno ai primi anni ‘70 in particolare l’anno 1974, egli aveva<br />

assistito ad un colloquio tra esponenti mafiosi nel corso del quale il costruttore Graziano<br />

Angelo, indicato dal collaborante come uomo d’onore” della famiglia mafiosa di Borgo<br />

Vecchio, aveva riferito a Riccobono Rosario e a Giaconia Stefano di avere “procurato” una<br />

casa al dott. Bruno Contrada (così testualmente “il Graziano rivolgendosi al Riccobono ed<br />

al Giaconia dice: mi sono procurato per trovare una casa, ho procurato una casa al dott.<br />

Contrada” - cfr. ff. 8 e ss. 82 e 83 trascr. cit.). Ha spiegato che in quell’epoca era solito<br />

accompagnarsi ad Angelo Graziano, Stefano Giaconia, Rosario Riccobono e Salvatore<br />

Federico per concordare le modalità esecutive di comuni imprese criminali, e li incontrava<br />

spesso in una casa in via Ammiraglio Rizzo che il Giaconia aveva acquistato dal Graziano;<br />

ha precisato di non conoscere personalmente il dott. Contrada di cui, all’epoca del colloquio<br />

riferito, aveva sentito parlare soltanto come di un funzionario della Questura di Palermo. Ha,<br />

quindi, riferito che intorno agli anni 75-76 (ha detto espressamente di non potere essere<br />

preciso sulla collocazione cronologica dei fatti riferiti - cfr. f. 95 -52 trascr. ud cit.) aveva<br />

sentito parlare il Riccobono ed il Giaconia del dott. Contrada in termini positivi (cfr. ff. 9 e<br />

95 e ss trascr. cit.). Non ha saputo ricordare il contenuto di tali colloqui ma dal modo<br />

“bonario” in cui i due ne parlavano aveva tratto il convincimento che Contrada non era<br />

considerato un pericolo per l’organizzazione. Ha poi dichiarato che a seguito dell’arresto del<br />

Giaconia - nel frattempo era stato affiliato formalmente a “Cosa Nostra” - aveva ricevuto<br />

l’incarico di recarsi insieme a Salvatore Federico e a Carmelo Coppolino (uomini<br />

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