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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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gravità dell’Ordine Pubblico in Sicilia, fosse stata voluta dal Questore di Palermo per motivi<br />

personalistici di carriera (cfr. per tutti dep. Ignazio D’Antone ff. 97 e ss. - 136 e ss. ud.<br />

14/7/1995 - dep. Vincenzo Boncoraglio ff. 133 e ss. ud. 10/1/1995 - dep. Vasquez f. 47 ud.<br />

10/1/1995).<br />

Ulteriori, gravi elementi di discredito a carico del dr. Immordino risultano prospettati<br />

nella riservata personale inviata in data 16/5/1984 dal Prefetto De Francesco, all’epoca Alto<br />

Commissario per il coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa, al Ministro<br />

dell’Interno (cfr. doc. n 3 prod. P.M. acquisito all’ud. del 6/5/1994).<br />

Nella missiva in oggetto si prende spunto da una lettera inviata dall’ex Dirigente<br />

Generale della P.S.dott. Vincenzo Immordino al Prefetto De Francesco a seguito di una<br />

intervista rilasciata alla stampa, in data 24 Febbraio 1984, dal dott. Contrada in ordine al<br />

recente proscioglimento istruttorio dell’Immordino nell’ambito del procedimento penale<br />

instaurato a suo carico in base all’accusa di aver fatto cancellare il nome di Michele Sindona<br />

dal rapporto di Polizia Giudiziaria contro Spatola ed altri. Nella lettera in oggetto il dott.<br />

Immordino riteneva le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal dott. Contrada offensive e<br />

sollecitava un procedimento disciplinare nei confronti del predetto.<br />

Lo stesso imputato, che nel corso dell’odierno processo ha condiviso la linea<br />

difensiva del ridimensionamento dei sospetti avanzati contro di lui dal Questore Immordino<br />

evidenziandone in piu’ occasioni l’assenza di rancore nei suoi confronti e le elevate doti<br />

professionali, accennando all’intervista in oggetto ha ammesso l’inopportunità delle sue<br />

dichiarazioni alla stampa sul conto dell’ex questore (cfr. ff. 92 e ss. ud. 4/11/1994).<br />

Risulta che, con la sentenza emessa in data 20/2/1984, il G.I dott. Giovanni Falcone<br />

aveva prosciolto nel merito il dott. Immordino in ordine ad entrambi i reati ascrittigli di<br />

favoreggiamento personale ed abuso d’ufficio, nonostante per tale ultimo reato la Procura<br />

avesse avanzato richiesta di applicazione dell’amnistia (cfr. sentenza cit. acquisita in atti<br />

all’ud. del 6/5/1994 Doc. n° 3 prod. P.M.).<br />

Nonostante tali risultanze, nella riservata a firma dell’Alto Commissario si segnalava<br />

lo “ specioso malanimo” manifestato dal dott. Immordino nei confronti del Contrada,<br />

descritto quale vittima del predetto durante la sua permanenza alla direzione della Questura<br />

di Palermo, e si commentava negativamente la sentenza emessa dal Giudice Falcone<br />

sostenendo che con la sua decisione “ piu’ che fare vera giustizia” si era voluta chiudere<br />

una pagina grigia della storia della Questura di Palermo.<br />

Nella medesima riservata, pervenendosi alla conclusione che le segnalazioni del dott.<br />

Immordino non dovessero in alcun modo essere prese in considerazione ed anzi sollecitando<br />

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