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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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caratteristiche descritte, gli era sembrata una piazza, successivamente, in sede di sopralluogo<br />

eseguito per la ricognizione dei luoghi, si era reso conto che in realtà si trattava solo di una<br />

strada piu’ larga delle altre - cfr. ff. 13-14 - 21-62- 63-64 - 65 ud. cit.).<br />

Erano, quindi, giunti nell’androne di un palazzo, di non recente costruzione, dove il<br />

collaborante aveva notato la presenza di tre, quattro scalini di marmo, la guardiola del<br />

portiere, posta sul lato destro, e la rampa di scale e l’ascensore sul lato opposto (cfr. ff. 14 -<br />

22- 65 - 124 - 127 e ss. - 161 e 162 ud. cit.).<br />

Il Musso aveva, quindi, scambiato qualche parola con il portiere e si era avviato<br />

verso l’ascensore ma lo Scavuzzo, seriamente preoccupato di sostare nella portineria ed in<br />

apprensione perchè non sapeva da chi si stava recando, lo aveva sollecitato a salire subito le<br />

scale a piedi (ha dichiarato che pensava trattarsi della casa di qualche “uomo d’onore” ma<br />

che nessuno all’interno di “Cosa Nostra” lo aveva informato, nè prima, nè successivamente<br />

all’episodio narrato, su chi fosse il proprietario o comunque il soggetto che aveva la<br />

disponibilità di quell’abitazione - cfr. ff. 14 - 23 - 24 - 43 - 49 -ud. cit.). Per tutto il tragitto<br />

percorso a piedi, dalla zona del posteggio all’abitazione, lo Scavuzzo aveva chiesto a Pietro<br />

Mazara, suo uomo di fiducia che nell’occasione era armato, di guardargli le spalle (cfr. ff<br />

157 e ss.). Avevano salito, dunque, le scale a piedi, per due- tre piani al massimo (lo<br />

Scavuzzo, ha reiteratamente affermato tale particolare: ha ritenuto di ricordarlo con<br />

precisione perchè nell’occasione aveva trasportato lo scatolo contenente l’anfora reggendolo<br />

da un’estremità, mentre il Musso reggeva l’altra parte; trattandosi di un pacco di un certo<br />

peso si era reso conto del numero approssimativo delle rampe di scale percorse); si erano<br />

fermati ad un pianerottolo dove c’era un altro elemento che aveva attirato la sua attenzione :<br />

un video-citofono, posto sulla destra della porta, alla quale il Musso aveva suonato (cfr.<br />

ff.14-15-19- 43- 49-53 -58).<br />

Aveva aperto una donna, dall’aspetto trasandato e dell’apparente età di circa<br />

cinquant’anni, alla quale il Musso aveva detto che erano attesi e che gli aveva risposto di<br />

aspettare un pò che avrebbe fatto una telefonata, invitandoli, frattanto, ad accomodarsi in un<br />

salotto ed offrendo loro il caffè (cfr. f. 15- 74- 75-76 ud. cit.).<br />

Dopo un’attesa di circa mezz’ora - un’ora (durante la quale lo Scavuzzo aveva avuto<br />

modo di osservare attentamente l’interno dell’appartamento di cui ha fornito una dettagliata<br />

descrizione - cfr. ff. 19 e 20 - 130 e ss ud. cit.) era giunto un uomo, che non aveva mai visto<br />

prima e che solo successivamente aveva appreso identificarsi nell’odierno imputato (cfr.<br />

ff.15- 16- 75 ud. cit.). L’uomo aveva scambiato il saluto con Calogero Musso (con il quale<br />

mostrava di avere un pregresso rapporto di conoscenza), e questi , a sua volta, gli aveva<br />

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