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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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All’udienza del 14/10/1994, su richiesta formulata dalla difesa ai sensi dell’art. 195<br />

c.p.p., accolta dal Tribunale con ordinanza in data 23/9/1994, Antonino Porcelli è stato<br />

escusso con le forme di cui all’art. 210 c.p.p., risultando condannato, con sentenza passata in<br />

giudicato, alla pena di anni undici di reclusione, per il reato di associazione per delinquere<br />

di tipo mafioso, nell’ambito del procedimento denominato Maxi bis (cfr. ff. 31 e 32 ud. cit.).<br />

Il Porcelli ha dichiarato di essere stato, continuativamente, ristretto in carcere dal<br />

1985 al 1993, data della sua scarcerazione per espiazione pena; ha genericamente riferito di<br />

essere stato oggetto di molteplici denunce e proposte di misure di prevenzione per una delle<br />

quali in particolare, nel corso del 1974, era stata emessa un'ordinanza di custodia<br />

precauzionale nei suoi confronti, unitamente a Rosario Riccobono, Gaspare Mutolo, Troia<br />

Domenico ed altri (cfr. ff. 31-32-33-34-35 ud. cit.). Ha riferito di provenire dalla borgata<br />

palermitana di Partanna-Mondello, ma di avere conosciuto Mutolo solo, nel 1985, in<br />

occasione della comune detenzione presso il carcere dell’Ucciardone di Palermo dove erano<br />

stati ristretti nello stesso braccio ma non nella stessa cella (cfr. ff. 36-37). A seguito delle<br />

contestazioni da parte del P.M., ha ammesso di avere assistito all’udienza dibattimentale,<br />

nell’ambito del procedimento a suo carico Maxi bis, nel corso della quale il De Caro<br />

Vincenzo aveva reso le sue dichiarazioni accusatorie, anche se nella prima parte della<br />

propria deposizione aveva negato, persino, di avere mai saputo che il De Caro fosse un<br />

collaboratore di giustizia negando, al contempo, di avere mai parlato con Mutolo delle<br />

accuse del De Caro e del dott. Contrada (cfr. ff. 39 e 42).<br />

Richiesto di dire quali fossero stati i suoi coimputati, accusati di associazione a<br />

delinquere, ha detto di non essere mai stato “associato” con altri soggetti (“non ero<br />

associato con nessuno” cfr. f. 38) . Alla specifica domanda finalizzata a sapere se il De Caro<br />

avesse mai rivolto a lui o al Riccobono l’accusa di essere delatori della Polizia (“sbirri”), ha<br />

risposto testualmente: “mai, per me non l’ha mai detto” (cfr. f. 43).<br />

Dalle dichiarazioni rese al dibattimento da Antonino Porcelli è stato possibile<br />

evincere alcuni riscontri alle dichiarazioni rese da Gaspare Mutolo sull’episodio in esame.<br />

Ed infatti il Porcelli ha ammesso:<br />

1) di essere stato codetenuto con Gaspare Mutolo, dal 1985 in poi, presso il carcere<br />

dell’Ucciardone in celle diverse ed in periodo contestuale alla celebrazione del<br />

dibattimento del procedimento a suo carico (dalla scheda relativa ai periodi di<br />

detenzione di Gaspare Mutolo risulta che egli fu ristretto, presso la locale Casa C.le,<br />

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