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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Gentile (cfr. ff. 72 e ss. 112 e ss. ud. 20/5/1994) e Saverio Montalbano; quest’ultimo ha<br />

precisato che, con riferimento a periodi piu’ risalenti nel tempo, il rigore formale della<br />

documentazione degli atti di P.G. era osservato con minore scrupolo (cfr. ud. 10/6/1994 ff.<br />

15 e ss. - 102 e ss.).<br />

Con specifico riguardo a tale ultimo aspetto deve evidenziarsi che, in occasione di<br />

due perquisizioni domiciliari finalizzate alla cattura di latitanti, eseguite in periodo<br />

contestuale a quello riferito dal Marchese, che hanno costituito oggetto di particolare<br />

attenzione nel presente processo, e precisamente la perquisizione nell’abitazione di via<br />

Guido Jung del Riccobono, risalente ai primi mesi del 1980, in ordine alla quale ha riferito il<br />

teste della difesa Gianfranco Firinu (già oggetto di trattazione nella parte relativa al<br />

collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo) e quella eseguita nella casa del mafioso Salvatore<br />

Inzerillo, nell’Aprile 1980 (di cui si avrà modo di trattare nel prosieguo- v. vicenda Gentile)<br />

non è rimasta, agli atti di P.G., alcuna traccia documentale, atteso l’esito negativo delle<br />

stesse e nonostante l’ampio dispiegamento di forze verificatosi in entrambi i casi.<br />

D’altra parte dai processi verbali di vane ricerche eseguiti nei confronti di Salvatore<br />

Riina, acquisiti all’udienza del 18/10/1994, emerge che il predetto latitante è stato ricercato<br />

solo in esecuzione di provvedimenti giudiziari emessi a suo carico, presso il suo domicilio<br />

anagrafico, in via Rua Del Piano n° 13 a Corleone, il che appare un esito documentale<br />

troppo riduttivo rispetto agli accertamenti di P.G. eseguiti per pervenire alla cattura di uno<br />

dei piu’ importanti, se non il principale, latitante di mafia.<br />

Uno specifico, importante riscontro all’individuazione della zona di Borgo Molara<br />

come rifugio di latitanti mafiosi è, poi, emerso dalla deposizione resa dal dott. Ignazio<br />

D’Antone, il quale già dall’Aprile del 1981 aveva assunto di fatto la dirigenza della Squadra<br />

Mobile di Palermo subentrando al dott. Impallomeni in qualità di funzionario piu’ anziano<br />

addetto alla Squadra Mobile di cui era già vice-dirigente (cfr. f. 154 ud. 14/7/1995).<br />

Il D’Antone, infatti, pur affermando di non avere ricevuto segnalazioni specifiche<br />

nei primi mesi del 1981 in ordine ad una casa sita a Borgo Molara utilizzata come rifugio da<br />

Salvatore Riina, ha dichiarato che “Borgo Molara era uno dei luoghi, nei dintorni di<br />

Palermo, che si prestavano ad occultare latitanti e che spesso, per tale motivo, anche<br />

durante il periodo della sua dirigenza alla Squadra Mobile, si mandavano uomini in quella<br />

zona per ricercare latitanti ed in particolare i pericolosi “Corleonesi” (cfr. ff. 115, 158,<br />

159 ud. 14/7/1995) .<br />

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