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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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essere disposto a negare non soltanto le accuse a suo carico in procedimenti già in<br />

corso di svolgimento nella fase dibattimentale ma anche quelle rivelatesi pienamente<br />

provate con sentenza passata in giudicato;<br />

4) dal tenore delle risposte concernenti lo Spatola ha mostrato di essere mosso da un<br />

forte sentimento di astio nei suoi confronti e dall’unico intento di screditarlo.<br />

In ordine ai rapporti tra l’imputato e “Cosa Nostra”, oltre all’episodio dell’incontro<br />

Contrada-Riccobono al “Delfino” e lo specifico intervento in favore del rilascio dei porti<br />

d’arma ai fratelli Caro, lo Spatola ha riferito di avere appreso da Caro Rosario e soprattutto<br />

da Antonio Messina che Contrada favoriva l’organizzazione mafiosa dando il preavviso<br />

delle operazioni di Polizia.<br />

Per quella che era stata la sua esperienza personale, ha dichiarato che il predetto<br />

Messina, in diverse occasioni, lo aveva informato preventivamente di alcune operazioni di<br />

Polizia a vasto raggio (“operazioni di prevenzione, rastrellamenti, perquisizioni”)<br />

riguardanti la provincia di Trapani, che quindi lo interessavano da vicino, anche perchè si<br />

trovava spesso a detenere presso la propria abitazione armi o droga: in questi casi lo Spatola<br />

ha riferito che la “soffiata” proveniva dal dott. Contrada. Alla richiesta di precisare la natura<br />

e la data di questi rastrellamenti, il collaborante ha dichiarato che si trattava di operazioni in<br />

grande stile, eseguite congiuntamente e a volte separatamente da Carabinieri e Polizia, che<br />

davano luogo a svariate perquisizioni (cinquanta, sessanta alla volta), posti di blocco<br />

(“fermi”), accerchiamenti di paesi, uso di “blindati” e in ordine al periodo di tempo ha<br />

ricordato alcune perquisizioni (non meno di cinque) che egli stesso aveva subito, nel periodo<br />

compreso tra il 1983 ed il 1985.<br />

Tale dichiarazione, oltre a convergere con quelle rese dagli altri collaboratori di<br />

giustizia in ordine alla tipologia della condotta posta in essere dall’imputato in favore di<br />

“Cosa Nostra” ha trovato ulteriori, specifiche conferme nelle dichiarazioni rese dal teste<br />

Canale, il quale ha riferito in ordine ai rastrellamenti effettuati negli anni ‘80 nella provincia<br />

di Trapani (Campobello, Castelvetrano ecc.).<br />

Il teste ha specificato che tali operazioni erano effettuate con notevole spiegamento<br />

di forze, talvolta con pattuglioni congiunti di Polizia e Carabinieri, con l’ausilio di grossi<br />

furgoni “ T2” (che seppure non blindati erano utilizzati come ausili logistici di rinforzo nelle<br />

predette operazioni), con l’imposizione di numerosi posti di blocco e l’esecuzione di<br />

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