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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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offerto dal Tognoli, “ in posizione eminente e con mansioni dirigenziali di ‘dominus’ dei<br />

conti svizzeri” è stato individuato nella sentenza in oggetto nell’attività di riciclaggio,<br />

tramite banche di diversi paesi esteri ed in particolare della Svizzera, del denaro proveniente<br />

da un vasto traffico internazionale di eroina, fatto poi confluire nelle disponibilità<br />

finanziarie di “Cosa Nostra”. Il Tognoli è stato, altresì, condannato con sentenza definitiva<br />

emessa dalla Corte delle Assise di Lugano, per i reati commessi in Svizzera, paese in cui si<br />

era costituito nell’Ottobre del 1988 e dove risulta avere scontato la pena inflittagli (cfr.<br />

copia sentenza emessa dal Tribunale di Roma cit. acquisita in atti all’udienza del<br />

16/9/1994).<br />

L’istruzione dibattimentale svolta nel presente processo è stata incentrata sulla<br />

ricostruzione delle fasi che avevano condotto all’emissione a carico del Tognoli del<br />

provvedimento di fermo da parte della Polizia Giudiziaria di Palermo, alle circostanze<br />

relative alla sottrazione a tale provvedimento restrittivo nonchè alla sua costituzione<br />

avvenuta piu’ di quattro anni dopo alle Autorità di Polizia elvetiche.<br />

<strong>La</strong> ricostruzione delle fasi antecedenti l’emissione del fermo di P.G. a carico del<br />

Tognoli è stata effettuata attraverso numerose risultanze di tipo documentale e sulla base<br />

della deposizione resa sul punto dal teste Antonino De Luca il quale nella sua qualità a<br />

quell’epoca di Dirigente della Criminalpol di Palermo, aveva seguito fin dall’inizio le<br />

indagini relative all’operazione denominata “Pizza Connection”.<br />

Il teste De Luca ha dichiarato che nel Settembre del 1982, unitamente ai magistrati<br />

Falcone e Sciacchitano ed al cap. Pizzuti, si era recato a New York, su invito ufficiale del<br />

“Federal Bureau of Investigation” (F.B.I.), per l’avvio di un programma di collaborazione<br />

tra gli apparati investigativi americani ed italiani finalizzato alla lotta contro la criminalità<br />

organizzata; in tale occasione gli inquirenti italiani erano stati messi al corrente di alcune<br />

indagini americane avviate sulla base delle dichiarazioni rese da Salvatore Amendolito che<br />

avevano condotto alla scoperta di un vasto riciclaggio di dollari, provento del traffico di<br />

stupefacenti, che dagli Stati Uniti giungevano, attraverso le Bahamas, nelle banche svizzere;<br />

in occasione del predetto viaggio negli U.S.A., gli ufficiali di P.G. che componevano la<br />

delegazione italiana avevano provveduto ad assumere le dichiarazioni dell’Amendolito sulla<br />

base delle quali, eseguiti in Italia gli opportuni riscontri, era stata avviata una vasta indagine<br />

che si era suddivisa in due filoni uno riguardante il territorio del <strong>La</strong>zio e l’altro quello della<br />

Sicilia mentre contemporaneamente si erano sviluppate le investigazioni negli U.S.A. ed in<br />

Svizzera; la collaborazione tra gli inquirenti italiani ed americani aveva condotto l’8/4/1984<br />

al brillante risultato dell’arresto a Madrid del latitante mafioso Gaetano Badalamenti,<br />

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