PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

7. IV L’intercettazione della conversazione telefonica intercorsa il
7/10/1983 tra l’imputato e Antonino Salvo.
Il 26/9/1983 il Nucleo Operativo della Legione dei Carabinieri di Palermo,
nell’ambito delle indagini su una vasta associazione di tipo mafioso, aveva avanzato al
Giudice Istruttore in sede richiesta di decreto di intercettazione telefonica in relazione a
varie utenze, annotate nella rubrica telefonica sequestrata al mafioso Cannella Tommaso, tra
cui anche quella in uso al noto esattore di Salemi Antonino Salvo, già raggiunto nel Luglio
1983 da una comunicazione giudiziaria in relazione a tali indagini; nella stessa data della
predetta richiesta il G.I. dott. Giovanni Falcone aveva emesso il decreto n° 15/83 di
intercettazione telefonica, delegando per l’esecuzione, con facoltà di sub-delega, il capitano
Angiolo Pellegrini, Comandante della I° sezione del Nucleo Operativo C.C. di Palermo (cfr.
documentazione acquisita all’ud. del 6/5/1994 doc. n° 32 elenco P.M.- p.v. interrogatorio
reso da Salvo Antonino al G.I. di Palermo in data 5/12/1984 acquisito all’ud. del 6/5/1994
doc. n° 18 elenco P.M.).
Alle h. 11,26 del 7 Ottobre 1983, sull’utenza in uso ad Antonino Salvo (n° 091-
296572) era stata intercettata una comunicazione telefonica tra il predetto ed il dott. Bruno
Contrada il cui verbale era stato trasmesso all’A.G. in data 8 Ottobre 1983 (cfr. doc. all.ta
doc. n° 32 elenco P.M. cassetta in originale contenente la riproduzione della conversazione
telefonica in oggetto acquisita all’ud. del 6/5/1994- p.v. di trascrizione parziale della
telefonata in oggetto acquisito all’udienza del 31/5/1994).
Nel corso della telefonata, pervenuta presso gli Uffici dell’Alto Commissario,
Antonino Salvo aveva richiesto ed ottenuto, tempestivamente, un incontro con il dott.
Contrada nei locali di Villa Withaker di via Cavour.
Nel corso dell’interrogatorio reso, il 5/12/1984, dinanzi ai Giudici Istruttori di
Palermo dott.ri Falcone, Borsellino e Guarnotta, alla presenza del P.M. dott. Signorino,
l’imputato Antonino Salvo aveva dichiarato che, poichè era venuto a conscenza attraverso
notizie di stampa di essere indicato insieme al cugino Ignazio, nell’ambito del rapporto
giudiziario per l’omicidio del giudice Chinnici, quale possibile mandante di tale fatto
delittuoso, aveva ritenuto opportuno parlare dell’argomento sia con il cap. dei C.C. Angiolo
Pellegrini, a seguito di presentazione da parte del col. Frasca, sia con il dott. Contrada
perchè segnalasse al proprio superiore dott. De Francesco che egli si riteneva vittima di una
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