PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

emergenze di natura documentale dal contenuto inoppugnabile che attestano un suo diretto
interessamento per due anni consecutivi per agevolare l’Adamo nel rilascio di pratiche
relative al passaporto (e non ad una semplice apposizione di tassa governativa) ed una sua
visita nell'abitazione del predetto, ha tentato di offrire spiegazioni lacunose e poco
convincenti, sostenendo che tali contatti erano, comunque, da ricollegare alla vicenda
dell’attentato subito dall’Adamo, quando risulta “per tabulas” che la visita presso la villa
dell’Adamo a Mondello, è annotata ad un anno di distanza dalla data del rapporto redatto da
Contrada sul patito attentato, e quindi nulla può avere a che fare con tale accadimento (cfr.
dichiarazioni rese dall’imputato all’ud. del 20/12/1994).
Ancora una volta il tentativo di ridimensionamento, smentito da circostanze di natura
documentale, compiuto dall’imputato in ordine ad un rapporto con un soggetto “vicino” a
“Cosa Nostra” e peraltro in modo particolare ai “boss” Bontate e Riccobono, non è
spiegabile se non con l'intento di dissimulare il proprio personale avvicinamento a quei due
mafiosi indicati da Mutolo e dagli altri collaboratori di giustizia come quelli a lui piu’ vicini.
D’altra parte Adamo Calogero, oltre ad essere risultato dalle emergenze
dibattimentali, soggetto “vicino” a “ Cosa Nostra”, è risultato legato, anche da rapporti di
affinità ed amicizia, anche ad altri soggetti (Signorino e Albeggiani) a loro volta legati da
stabili ed intensi rapporti di amicizia con l’imputato, il che rende ancora piu’ inverosimile la
sua affermazione di non avere mai avuto con tale soggetto rapporti di natura extra-
professionale.
Fin qui la ricerca dei riscontri alle dichiarazioni rese da Mutolo, sul punto in esame,
ha consentito di pervenire a risultati positivi in ordine a due circostanze: il periodo del
colloquio con Riccobono e l’individuazione del concessionario d’auto “Alfa Romeo” in
contatto sia con Riccobono che con Contrada.
Molto piu’ difficile si è presentata la ricerca dei riscontri in ordine al punto
riguardante l'acquisto di un’auto “Alfa” presso la “Adamo Automobili”, riconducibile ad
una donna legata all’odierno imputato.
Il metodo di indagine seguito a tal fine, come riferito dal cap. Bruno nel corso delle
sue deposizioni alle udienze del 18/10/1994, del 21/10/1994 e del 12/10/1995, è stato quello
di una verifica parallela tra i nominativi femminili di acquirenti d’auto risultanti dai registri
delle vendite relativi agli anni 1980-1982 (con riferimento, per eccesso, alla data del
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