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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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Gli orari riferiti dal teste in ordine ai suoi spostamenti ed alla telefonata fatta al<br />

fratello presso l’hotel “Ponte” sono risultati incompatibili con i tempi della perquisizione e<br />

del successivo appostamento eseguiti dagli agenti della Squadra Mobile di Brescia riferiti<br />

all’odierno dibattimento dai testi Mario Iandico e Oronzo Del Fato.<br />

Il teste Mario Iandico, già in servizio presso la sezione catturandi della predetta<br />

Squadra Mobile, ha dichiarato che il 12 Aprile 1984, su segnalazione della Criminalpol di<br />

Milano, aveva eseguito nella qualità di capo-pattuglia la perquisizione presso l’abitazione a<br />

Concesio di Oliviero Tognoli al fine di procedere, in caso di esito positivo, al suo eventuale<br />

fermo di P.G.; ha ricordato che si erano presentati al cancello della villa alle h.6,30, e dopo<br />

un ritardo di circa cinque minuti per aprire il cancello dall’interno, la perquisizione era<br />

iniziata protraendosi per almeno un’ora e trenta o piu’; pertanto secondo tale deposizione<br />

fino alle h.8,05-8,20 i militari operanti erano ancora all’interno dell’abitazione e secondo la<br />

testimonianza resa da Oronzo Del Fato, altro componente della pattuglia che aveva eseguito<br />

la perquisizione, i tempi della perquisizione si sarebbero protratti anche oltre, fino alle<br />

h.8,05-8,35; in ogni caso il padre del Tognoli non avrebbe mai potuto dire al figlio alle<br />

h.7,30, come ha asserito il teste Mauro Tognoli, a perquisizione ultimata, di andare a<br />

telefonare al fratello; entrambi i testi Iandico e Del Fato hanno, poi, dichiarato che dopo<br />

essere usciti dalla villa, insospettitisi per l’iniziale ritardo nell’aprire il cancello da parte dei<br />

familiari del ricercato, avevano deciso di fare un appostamento nei pressi dell’abitazione che<br />

era durato almeno quindici minuti (secondo i ricordi di Del Fato addirittura 45 minuti o<br />

un’ora) dopodichè era uscita dal cancello una Fiat Ritmo che avevano seguito per circa 3-<br />

400 metri e quindi avevano fermato identificando il guidatore in Mauro Tognoli; tenuto<br />

conto dei tempi dell’appostamento, del pedinamento e del successivo controllo eseguiti<br />

dagli agenti, Mauro Tognoli sarebbe stato libero di effettuare la telefonata al fratello non<br />

prima delle h.9,00- 9,40, pertanto Tognoli Mauro non può avere fatto, come ha asserito, la<br />

telefonata dal bar al fratello alle h.8,00 circa del 12 Aprile 1984 (cfrr. deposizione Mario<br />

Iandico ff. 60 e ss. ud. 21/6/1994- deposizione Oronzo Del Fato ff. 27 e ss. ud. 17/6/1994).<br />

Dalla deposizione resa da Salvatore Tumino collega di lavoro del Tognoli, alla quale<br />

il teste Mauro Tognoli ha mostrato di volersi forzatamente uniformare (rilevasi che tale<br />

emergenza processuale era stata acquisita fin dal 1984 quando erano state effettuate dopo<br />

l’accertamento dell’irreperibilità di Oliviero Tognoli le prime indagini sui suoi ultimi<br />

spostamenti), era infatti risultato che Oliviero Tognoli, proprio mentre si trovava all’hotel<br />

“Ponte” di Palermo intorno alle h.8,00 circa, aveva ricevuto una telefonata - quella di cui lo<br />

stesso Tognoli aveva parlato dopo la sua costituzione alla dott.ssa Del Ponte come quella<br />

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