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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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seguito i servizi televisivi riguardanti l’odierno processo, lamentandosi piu’ volte (anche se<br />

ha dichiarato non in presenza della Ruisi ma solo all’interno del proprio nucleo familiare)<br />

delle parole offensive usate dal dott. Contrada, nel corso delle sue dichiarazioni al<br />

dibattimento, nei confronti di suo padre (“per me mio padre non è nè un assassino, nè un<br />

criminale e nè un sanguinario come dice il dott. Contrada”cfr. f. 51 ud. cit.).<br />

Ha negato di avere mai riferito ad alcuno, tantomeno alla sig.ra Ruisi, sia pure in<br />

termini generali, di persone che prima andavano a braccetto con i mafiosi, si intascavano le<br />

mazzette e poi dicevano di non conoscerli piu’ (cfr. ff. 52 e ss. ud. cit.).<br />

Ha dichiarato di essere stata convocata in Procura, prima del dibattimento, e di avere<br />

anche in quella sede negato il contenuto delle dichiarazioni rese dalla sig.ra Ruisi ai<br />

magistrati (cfr. ff. 52 e ss. ud. cit.).<br />

Ha sostenuto di essere sicura di non avere mai parlato alla sig.ra Davì di quella sua<br />

convocazione in Procura, anche se, subito dopo, ha ammeso di avere accompagnato<br />

successivamente l’amica Davì in Procura in occasione della sua convocazione, adducendo la<br />

seguente motivazione “perchè mi sentivo in colpa, perchè immaginavo che poteva essere<br />

solo per me” e di avere appreso dalla Davì, dopo il suo colloquio con i magistrati “ che la<br />

sig.ra Ruisi aveva riferito di questi commenti.. che noi avevamo commentato sul dott.<br />

Contrada” (cfr. ff. 53 e ss. ud. cit.).<br />

Alla medesima udienza dell’1/7/1995, è stato eseguito il confronto tra la teste Ruisi<br />

Angela e la teste Giuseppina Riccobono, richiesto dal P.M., cui la difesa non si è opposta.<br />

Nel corso del confronto la teste Ruisi ha continuato a confermare di essere stata un<br />

giorno nella casa della sig.ra Davì, dove aveva trovato la sig.ra Riccobono, visibilmente<br />

adirata, che aveva pronunciato la seguente frase : “quando camminavano a braccetto di mio<br />

padre e si fregavano le mazzette dei mafiosi, mio padre era buono, ora si vogliono<br />

asciugare tutti il coltello alle spalle di mio padre” (cfr. f. 69 ud. cit.).<br />

<strong>La</strong> teste Riccobono ha negato totalmente la circostanza.<br />

Escussa alla medesima udienza anche la teste Antonina Davì, pur confermando il<br />

rapporto di amicizia con la Riccobono e la frequentazione con la Ruisi, ha dichiarato di non<br />

avere mai sentito pronunciare il nome del dott. Contrada nella sua casa e neppure la generica<br />

frase riferita al dibattimento dalla teste Ruisi (cfr. ff. 70 e ss. ud. cit.).<br />

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