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PDF, 3.421 KB - La Privata Repubblica

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altri , in quanto ritenuto nemico temibile;<br />

2) l’atteggiamento adottato dal dott. Contrada in tale occasione si è rivelato<br />

diametralmente opposto a quello dal medesimo assunto in altro periodo, quando,<br />

negli anni ‘80, egli assunse comportamenti improntati a particolare cautela e<br />

benevolenza verso i mafiosi (vedi vicenda Gentile - vicenda Vanni Calvello<br />

Mantegna - vicenda Giovanni Gambino ecc..) ed in particolare quando venne<br />

estromesso, insieme ai suoi piu’ fidati collaboratori, da un’importante operazione di<br />

Polizia, predisposta dal Questore di Palermo, dott. Vincenzo Immordino in piena<br />

intesa con il Procuratore della <strong>Repubblica</strong> dott. Gaetano Costa (operazione “caserma<br />

Lungaro”), argomenti dei quali si tratterà nel prosieguo.<br />

L’operazione di Polizia Giudiziaria, denominata “dei 114”, che aveva preceduto<br />

l’inoltro di cinque rapporti all’Autorità Giudiziaria nei confronti del gruppi di mafia<br />

emergenti degli anni ‘70, con la contestazione del reato di associazione per delinquere, era<br />

stata decisa nel corso di una riunione, svoltasi a Palermo, all’indomani dell’omicidio del<br />

Procuratore Scaglione, presieduta dal Ministro dell’Interno, cui avevano partecipato i vertici<br />

della Polizia e dei Carabinieri.<br />

Tale azione, deliberata come risposta da parte delle Forze dell’Ordine al predetto<br />

grave fatto di sangue, verificatosi il 5/5/1971, primo di una lunga serie di delitti consumati<br />

ai danni di magistrati siciliani, era consistita in un’operazione di arresti in flagranza per il<br />

predetto reato associativo, sul presupposto della natura permanente di tale reato.<br />

Come confermato dallo stesso imputato in sede di esame dibattimentale, nel corso<br />

della citata riunione, lo stesso dott. Contrada, che all’epoca dirigeva la sezione anti-mafia<br />

della Squadra Mobile di Palermo, unitamente al cap. dei C.C. Giuseppe Russo, era stato<br />

incaricato, in brevissimo tempo, di redigere un elenco, con allegata raccolta di dati, dei<br />

maggiori esponenti mafiosi, ritenuti piu’ attivi e pericolosi nel palermitano, che erano stati<br />

tratti in arresto.<br />

Il primo rapporto inoltrato all’A.G., in data 6/6/1971, intestato ad Albanese Giuseppe<br />

+ 65, era stato firmato dall’allora dirigente della Squadra Mobile, dott. Nino Mendolia, dal<br />

ten col dei C.C. Gino Porto nonchè da tutti gli uffciiali dell’Arma e dai funzionari della<br />

Questura di Palermo che ad essa avevano cooperato, tra i quali oltre al dott. Contrada anche<br />

il cap.Giuseppe Russo ed il dott. Boris Giuliano.<br />

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